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Zappi: “Nicchi? Ha perso entusiasmo e smalto: tre mandati sono troppi”

“Davide contro Golia”. Così Antonio Zappi presenta la sfida lanciata a Marcello Nicchi per la presidenza dell’Aia.  L’ex arbitro laziale, ma cresciuto nella sezione di San Donà di Piave, spiega, nel corso di un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, perché il voto dei delegati dovrebbero andare a lui e non a Nicchi:

“Nel 2009 Marcello rappresentava una novità, aveva il passo giusto per cambiare l’Aia. In quella occasione ero accanto a lui e l’ho sostenuto. Sono passati troppi anni: ha perso lo smalto e l’entusiasmo che lo avevano portato a trionfare in quell’elezione. Serve un ricambio per ripartire con slancio e continuare un percorso positivo. Tre mandati sono troppi, se dovessi vincere cambierei questa regola e anche altri legami che potrebbero rendere opache le nomine. Sono stato scelto direttamente da Nicchi e devo riconoscere che al Servizio ispettivo nazionale ho potuto agire in autonomia, ma l’Associazione merita maggiore trasparenza e quindi credo sia corretto che tutte le nomine siano elettive e non calate dall’alto. Così come il terzo mandato del presidente stona con i principi delle grandi democrazie. Ne bastano due”.

Obiettivi? “A parte i cambi delle regole che le ho detto, ci sono delle priorità. Con Braschi concordiamo che si debba riunire subito la Can A con la Can B per dare la possibilità agli arbitri giovani di non bruciarsi. Poi credo sia ora di rompere il tabù del mondo arbitrale chiuso in se stesso: i direttori di gara devono poter spiegare ai giornalisti le loro scelte. Non a fine partita, ma subito dopo le squalifiche decise dal giudice sportivo. Poi molta attenzione alla violenza sugli associati: si è fatto qualche passo in avanti, ma siamo ancora indietro. Soprattutto diciamo basta alla filosofia dei “penultimatum”. Mi riferisco alle minacce di stop ai campionati dopo un episodio di violenza. Ci si ferma, senza fare annunci. E diamo un segnale preciso”.

Var? Zappi è favorevole alla tecnologia: “Sì, perché l’arbitro è il primo a essere felice se ha un aiuto tecnologico certo. E vogliamo contribuire da subito a creare professionalità adeguate a questa nuova figura. Noi non abbiamo cambiato idea, altri hanno fatto delle retromarce incredibili. Basta andare a cercarsi le dichiarazioni di qualche anno fa. Delegati? Ci sono stati dei problemi nella sezione di Acireale, ma di questi fatti se ne occuperà la Procura e se qualcuno ha sbagliato pagherà. Ma non voglio strumentalizzazioni: vincerò perché c’è voglia di cambiamento”.

Redazione

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