Zapa-gol, lampo Alvarez. Milan ko, al Ferraris a festeggiare è la Sampdoria. A chiudere il lunch match della sesta giornata il primo pallone toccato da Richy ‘Maravilla”, a pochi secondi dall’ingresso in in campo, e il gol del vantaggio del ragazzone partito da Cali e sbarcato a Genova passando per Bueons Aires, Napoli e Udine. “Ogni volta un soprannome diverso: da ragazzino con la Primavera ero il Ternera, il vitello. All’Estudiantes sono diventato Perla Negra. Al Napoli sono arrivato come Pantera Nera, a Udine diventato il Panterone”.
A Genova? Semplicemente Duvan, come l‘urlo in loop della Sud al gol che dato il via alla vittoria dei blucerchiati. Assist involontario di Zapata (rossonero), botta a spaccare la porta dell’altro Zapata (quello blucerchiato). Primo gol davanti ai suoi nuovi tifosi, il secondo in centosettanta minuti di Sampdoria dopo quello lampo e da record contro il Torino. Sampdoria avanti, Milan al tappeto: al Ferraris finisce così. A deciderla (anche) lui, il numero novantuno inseguito tutta l’estate dal presidente Ferrero – “Sono stato due giorni a litigare con Aurelio per portarlo qui, alla fine il lavoro paga sempre” – e che ha passato le ultime ore di mercato chiuso in un albergo di Milano, sperando di mettere la firma sulla sua nuova avventura blucerchiata: “Pregavo perché il Presidente confermasse la promessa di prendermi”
Promessa mantenuta. “Ed eccomi qua”. Battuta la concorrenza di Torino e Sassuolo, ventuno milioni al Napoli. Acquisto più costoso della storia della Sampdoria. E dopo due mesi di allenamenti in solitaria, ecco la Sampdoria. “Due mesi difficilissimi, superati grazie anche a chi mi è stato vicino. Il gol lo dedico a loro e poi a me” le parole di Zapa-gol dalla pancia di Marassi al triplice fischio, attaccante blucerchiato arrivato a Genova per raccogliere l’eredità pesantissima di un altro colombiano, l’amico Luis Muriel volato a Siviglia. “Portargli via il posto in Nazionale? Andare in Nazionale è un obiettivo, ma non portare via il posto a lui. È un amico”. Grande protagonista nell’ultima stagione della Samp, orme sul prato di Marassi da ripercorrere. Nel segno di “Drogba, da bambino mi piaceva tanto lui. Poi Ibrahimovic e Adriano il brasiliano”. Gli idoli del Zapata ragazzino, oggi pronto a prendersi Genova e la Sampdoria.
“Quanto sono contento di averlo portato qui? – ancora Ferrero- Da uno a dieci dodici: Aurelio me l’aveva offerto a giugno e non l’avevo preso in considerazione, poi abbiamo capito che ne avevamo bisogno”. Per la gioia dei tifosi e di Marco Giampaolo. “Con lui abbiamo soluzioni diverse, – così l’allenatore in conferenza – anche se a fare una grande prestazione è stata tutta la squadra”. Ora ad undici punti, vista Europa. Grazie (anche) al vitellino diventato Pantera, oggi semplicemente Duvan.
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