“Pur di essere in campo agli Europei, avrei dato… un altro ginocchio”. Nicolò Zaniolo ha sofferto tanto, ha visto i suoi sogni frantumarsi un infortunio dopo l’altro. Poi si è rialzato, ha lavorato ogni giorno, ora il momento del suo ritorno è più vicino che mai. Dall’ammirazione per Ibrahimovic agli obiettivi per il futuro, le chiacchierate con Florenzi e il figlio che a breve nascerà, il trequartista della Roma si è raccontato in una lunga intervista a Sportweek.
“Ho passato un anno in tribuna, adesso non vedo l’ora di tornare ad aiutare la squadra. Il dolore che ho provato è indescrivibile, parte dai piedi e arriva al cervello, quando sono rimasto a terra con la maglia dell’Italia mi sono passati davanti, in un attimo, i sei mesi di sacrifici che avevo fatto per tornare al top”.
“Mi sono aggrappato a Florenzi, la mia ancora, che ancora mi chiama ogni giorno per chiedermi come sto. Ha vissuto il mio stesso doppio infortunio, con le stesse tempistiche. Mi ha fatto capire che non ha senso abbattermi, che non è affatto finita”.
“I miei errori? La gente a volte sembra dimenticarsi che ho 21 anni, che devo crescere ancora tanto. So bene che devo ancora affermarmi, sia come calciatore che come persona. In campo vorrei avere la costanza di Ibrahimovic e il talento di Messi, fuori… vorrei essere un ragazzo con la testa sulle spalle. E magari assomigliare a Justin Bieber. Tommaso? La mia relazione con Sara è finita, ma il bambino non ha nulla a che vedere con ciò. Mi prenderò le mie responsabilità, voglio essere un buon padre”.
“Zlatan? Per me è un dio, non ho ancora avuto la possibilità di incrociarlo in campo. Se potessi lo porterei subito alla Roma, vorrei capire come approccia la partita. Ora siamo molto gasati per l’arrivo di Mourinho, anche se a Fonseca bisogna riconoscere il grande lavoro che ha svolto”.
“Mou ci potrà aiutare ad affrontare le sfide cruciali, quelle in cui spesso ci è mancato qualcosa. E’ un grande allenatore, con tanta personalità e tanti trofei alle spalle. Dove giocherò? Ovunque, anche se negli ultimi tempi mi sono trovato bene a destra. Con Fonseca ho capito che non serve rincorrere tutti, bisogna avere intelligenza per risparmiare il fiato in vista di un contrattacco”.
L’intervista completa è sull’edizione di Sportweek oggi in edicola
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