In Roma-Atalanta si riassumono forse al meglio tutte le sfumature del percorso di Nicolò Zaniolo. Quelle più splendenti e quelle più opache. La Capitale per lui è stata casa, amore e delusione. Arrivato da giovane (possibile) promessa, in poco tempo era diventato simbolo di speranza per un intero popolo. In giallorosso ha conosciuto prima l’esaltazione che vive nel calcio, l’amore incondizionato dei tifosi, una crescita costante delle aspettative. Una storia senza lieto fine, con la sofferenza propria dell’illusione di ciò che poteva essere, ma non è stato. Nel mezzo speranze e una luce che non è riuscita a trovare costanza nel suo brillare. Poi anni di buio ed esperienze all’estero per ricercare continuità e fiducia. In estate ha voluto l’Italia, ha voluto Bergamo. L’Atalanta come universo in cui ritrovare il proprio posto e quella luce spenta da troppo tempo. Nicolò Zaniolo torna per la prima volta all’Olimpico. Quello stadio che, almeno per qualche anno, è stato casa.
“Voglio tornare in Serie A”. Parole e volontà chiare quelle di Nicolò Zaniolo a inizio estate. Un ritorno a casa per ritrovare fiducia, per ritrovare sé stesso. Due le possibilità: Fiorentina e Atalanta. Inizia tutto nelle prime settimane di giugno. I primi a muoversi in modo concreto sono i viola, provando a chiudere per un prestito. Con il passare dei giorni i nerazzurri intensificano i dialoghi con le parti. Sono i primi di luglio quando l’esito del duello tra le due squadre inizia a delinearsi. Il giocatore esprime la sua preferenza: vuole l’Atalanta. Bergamo la realtà individuata per riscattarsi. Certezza in identità, progettualità, rilancio dei talenti. Grazie all’ambiente, grazie a Gasperini. Il 3 luglio si trova l’accordo: prestito oneroso, pari a 3.5 milioni di euro, e l’obbligo di riscatto, legato al 60% delle presenze, a 16 milioni di euro più 2.5 di bonus. È passato qualche mese. L’inserimento non è ancora completo, mancano ancora dei passi per tornare a rivedere il vero Nicolò Zaniolo. Sì, quello che ha acceso Roma e il suo Olimpico.
Era arrivato quasi in silenzio nell’affare che portò Nainggolan a Milano. Zaniolo, insieme a Davide Santon, fece il percorso contrario. In poche settimane cambia tutto. Prima la convocazione di Roberto Mancini in Nazionale quando ancora in Serie A non aveva esordito. Poi una prima da sogno: il 19 settembre 2018 al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. L’inizio di bellissime pagine fatte di giocate, gol, gli occhi sognanti di un popolo e quel numero 22 diventato simbolo di un’intera tifoseria. Il gol di Tirana che regala la Conference ai giallorossi l’ultima istantanea d’amore.
Poi le difficoltà, il rapporto tra il giocatore e l’ambiente si complica, complici la situazione legata al rinnovo. I fischi dei tifosi, il no al Bournemouth, l’esclusione dal progetto tecnico giallorosso, fino alla chiusura con il Galatasaray a febbraio: Zaniolo dice addio alla Roma. Per la prima volta ci ritornerà. Questa volta, però, lo farà da avversario.
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