Il giovane esterno della Roma Nicola Zalewski ha rilasciato un’intervista a Sportweek, settimanale de La Gazzetta dello Sport. Il classe 2002 è stato una delle rivelazioni della stagione giallorossa ed è ormai una certezza della squadra di Mourinho.
Inevitabilmente, Zalewski ha parlato della storica vittoria in Conference League: “Se mi avessero chiesto un sogno, avrei detto: vincere un trofeo internazionale giocando da titolare”. Poi, analizzando la sua stagione, il talento polacco ha dichiarato: “Mi vengono in mente tante cose. L’occasione che mi ha dato Mourinho, il lavoro fatto per adattarmi a terzino, cioè in un ruolo che non è il mio naturale, l’emozione di una finale in cui posso essere sembrato timido, per quanta pressione avevo addosso. E poi per mille motivi extra-campo che hanno reso questa annata molto particolare”.
Una stagione importante, in cui Zalewski è diventato piano piano sempre più importante per Mourinho. La sua annata, però, è stata anche segnata in negativo dalla scomparsa del padre: “È stato un percorso. Piano piano i dottori ci hanno iniziato a far capire che la situazione non stava migliorando. La sua morte non è stata improvvisa. Io in particolare mi ero preparato al peggio. Questa esperienza purtroppo mi ha aiutato a crescere. È successo circa un mese dopo l’esordio in nazionale. Almeno ha fatto in tempo ad avere quella gioia”.
A proposito di Nazionale, l’esterno giallorosso ha risposto a chi gli ha rimproverato di non aver scelto l’Italia: “La nazionale polacca mi ha chiamato sin dall’Under 15. Per rispetto nei loro confronti e della mia famiglia non ho mai avuto dubbi“. Su un contatto avuto in passato con la Nazionale azzurra ha poi aggiunto: “Diciamo che ero venuto a sapere di un interessamento, ma non è mai arrivata una chiamata ufficiale“.
Sul futuro, Zalewski ha le idee chiare: “Spero sarà pieno di soddisfazioni, anche perché a Roma sto bene. Ma ora penso solo alla nazionale. Visto che vado di corsa, provo anche ad andare al Mondiale, no?”
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