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Marocco, il “sultano” En-Nesyri diventato grande grazie ad un re

Il Marocco ha vinto contro il Portogallo e si qualificata alla semifinale del Mondiale in Qatar. Una prima volta storica per una nazionale africana. Una conquista nel nome del “sultano” Youssef En-Nesyri, condottiero della squadra di Walid Regragui. Per un’impresa di queste dimensioni bisogna tornare indietro di 1300 anni, quando gli arabi conquistarono la penisola iberica (buona parte del Portogallo compresa) nel 718 e la governarono per quasi quattro secoli. 

Marocco, la storia di En-Nesyri

 

Tra emirati, regni e califfati che si sono alternati nel tempo, chiunque visiti Lisbona, la capitale, può ancora visitare l’Alfama, il cuore della città fatta di stradine e vicoli di orgine araba. Quello stesso cuore pulsante dove oggi si saranno trovati a migliaia per seguire A Seleção das Quinas, spezzato da En-Nesyri, un marocchino cresciuto calcisiticamente proprio nella penisola iberica per merito di un altro regno, quello di Muhammad VI, attuale re del Marocco.

Dalla scuola calcio della famiglia reale alla semifinale Mondiale

Sì, perchè la storia di Youssef, in realtà, comincia ben lontano da ori e allori di una qualsiasi dinastia reale, nella cittadina di Fès, dal 1981 patrimonio dell’UNESCO proprio per le sue bellezze risalenti agli imperi dei musulmani. Nato in una famiglia molto umile, la sua fortuna è stata la scuola calcio introdotta dal re (ancora oggi sul trono) per unire tutti i bambini che giocavano per strada.

Un programma di educazione e di calcio chiamato L’Académie Mohammed VI de football. Un percorso che ha portato lui e altri quattro giovani calciatori in Europa. In particolare, En-Nesyri si è trasferito nelle giovanili del Malaga dove ha cominciato la sua carriera da professionista. Nelle giovanili segna 49 gol in 43 partite e dal 2016 si trasferisce definitivamente in prima squadra, stesso anno in cui è stato convocato per la prima volta dal Marocco. Poi, sempre in Spagna, il trasferimento al Leganés prima del grande salto al Siviglia, nel 2020. Con gli andalusi vince il suo primo trofeo, l’Europa League, ma le soddisfazioni con la nazionale arrivano ben prima, al Mondiale in Russia nel 2018.  

 

Con solo 18′ a disposizione segna nella fase a gironi contro la Spagna di Sergio Ramos e dopo quattro anni elimina Cristiano Ronaldo con il suo marchio di fabbrica: lo stacco di testa a toccare il cielo per il gol del decisivo 1-0, diventando anche il miglior marcatore del Marocco nella storia dei Mondiali. Da suddito a sultano alla conquista del mondo proprio come i suoi antenati: il nome di Youssef En-Nesyri si leggerà sui libri di storia.

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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