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L’idea di Xavi per rendere il calcio più divertente: “Perché non giocare in 10?”

Una proposta per rendere il calcio moderno più divertente, in questi giorni in cui tanto si parla di modifiche alle regole del gioco. L’idea arrivato a Xavi, ex centrocampista del Barcellona ora in Qatar: “Perché non giochiamo in 10?”, ha detto nel corso di un’intervista a Radio Catalunya. Mentre ripercorreva le tappe più importanti della sua carriera, lo spagnolo ha così avuto modo di avanzare un’idea con l’obiettivo di movimentare un po’ la normale routine delle partite che si giocano oggi.

“Credo sia difficile migliorare, è difficile giocare senza spazi e al giorno d’oggi è anche complicato attaccare quando le difese sono chiuse – soprattutto come accade contro le squadre di Simeone, che porta questo tipo di gioco all’estremo. In futuro credo che si potrebbe giocare con un giocatore in meno, 10 contro 10. In questo modo migliorerebbero le proposte offensive e anche lo spettacolo potrebbe beneficiarne. Alla fine è per i tifosi che scendiamo in campo”.

E poi ancora, senza risparmiare altre frecciatine all’attuale allenatore dell’Atletico Madrid: “L’allenatore trasmette alla squadra la filosofia in cui crede. L’argentino pensa che non avendo il pallone si possa essere dominatori del gioco, ma con tutto rispetto per lui, io sono completamente in antitesi con il suo pensiero e preferisco che la mia squadra abbia sempre il pallone. Così sono più tranquillo”.

Una dichiarazione che non sorprende se si pensa che Xavi è stato uno dei più grandi artefici del gioco dello straordinario Barcellona di Guardiola: “Ci sono mentalità difensiva e offensiva – ha continuato – quando le cose vanno male fai vedere che allenatore sei davvero, io sono stato creato nel Barcellona e per questo mi interessa molto il modo in cui si vince e come vengono fatte le cose”.

Cambiando poi argomento, Xavi ha detto la sua anche su Mbappé e sul suo livello paragonato agli altri grandi del calcio europeo e mondiale: “E’ un calciatore molto superiore fisicamente, alla sua età fa la differenza e forse potrà farla anche quando avrà 25 o 26 anni. Però potrebbe anche fermarsi. È molto difficile da pronosticare perché ancora non ha maturità calcistica, anche se potrebbe diventare uno dei migliori. Deve imparare a pensare, in questo momento credo che Neymar – se riesce a continuare nel suo percorso di maturazione – sia colui che può avvicinarsi di più a Messi”.

Redazione

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