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La partita di Xabi Alonso: stravince e il Leverkusen ritrova il sorriso

Un vecchio detto diceva che “la prima volta te la ricorderai per tutta la vita. E se la sbagli, porterai quell’errore sempre con te”. Xabi Alonso forse non lo sapeva, ma in ogni caso ha preso questa frase alla lettera e ha evitato ogni possibile errore. Il suo Leverkusen infatti ha dato quattro schiaffoni allo Schalke di Kramer, mostrando personalità e voglia di dominare il gioco. Idee e carattere. Questo aveva chiesto l’ex centrocampista spagnolo nei suoi primi allenamenti, ma l’obiettivo principale era che la squadra tornasse a giocare senza paura. Missione compiuta. 

 

 

Cambio di modulo

Al fischio di inizio in tribuna qualcuno si sarà chiesto. “Ma come giochiamo?”, magari storcendo il naso o con gli occhi in fuori, stupiti e increduli. Già perché Xabi Alonso, a sorpresa, ha messo in campo la squadra con un inedito 3-4-2-1, mai usato prima. Personalità. I fatti poi gli hanno dato ragione: Frimpong, esterno a tutta fascia sulla destra ha fatto quello che voleva, con libertà di agire e di arrivare sul fondo, Diaby, davanti a lui nei due dietro l’unica punta Schick, l’ha sbloccata e poi ha servito due assist vincenti. Scelte che funzionano. Il quarto gol è invece la foto di chiusura per raccontare l’impatto di Alonso a Leverkusen: butta nella mischia Paulinho, centrocampista brasiliano alla seconda presenza in campionato, e lui lo ripaga con il gol che chiude la partita. Sorrisi e sinergia ritrovata. Oggi a Leverkusen sono tanti i motivi per tornare al sorriso. 

 

 

“È il momento giusto. Io sono pronto”

Chi lo conosce non sarà sorpreso dall’esordio di Xabi, che già nella conferenza di presentazione aveva fatto vedere di avere voglia di prendersi tutto, con lo stesso atteggiamento che aveva in campo. Determinato, ma mai sopra le righe. Glielo leggi dagli occhi quando parla. “Sarei potuto andare in qualche prima squadra già lo scorso anno o in estate, ma sentivo che non era il momento giusto. Dovevo ancora crescere. Adesso mi sento pronto e non vedo l’ora di iniziare”. Mai banale. Anche da calciatore è sempre stato uno che parlava poco, ma che quando apriva la bocca lo spogliatoio lo stava a sentire. Molte volte bastava anche solo uno sguardo. Leader silenzioso. Nel suo percorso questa è la primissima picconata di una scalata che sarà lunga e magari fatta di alti e bassi. Ma oggi è andato tutto alla perfezione. E se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera,  Xabi Alonso è partito come meglio non poteva immaginare. 

 

 

Il Bayer contro lo Schalke ha ottenuto la sua seconda vittoria in Bundesliga, risalendo così la classifica e tornando a respirare. Le idee dell’ex centrocampista si sono viste fin da subito: possesso di palla, pressing alto e una ricerca continua degli spazi. Zona luce dove buttarsi per andare a fare gol. Xabi ha poi gestito la partita alla sua maniera, con tranquillità e senza mai scomporsi, neanche dopo il triplice fischio. Un saluto ai tifosi, mano agli avversari e si torna negli spogliatoi. Questione di stile. 

Guardiola di lui disse che uno con la sua intelligenza calcistica avrebbe potuto allenare ovunque, ma la sua grande virtù è stata quella di saper aspettare, senza buttarsi. Meglio studiare e prepararsi, prima di iniziare a camminare con le proprie gambe. Mentalità vincente. Da giocatore ha avuto tanti maestri: Benitez, Ancelotti, Del Bosque e appunto Guardiola. Solo per citarne alcuni. A tutti avrà rubato qualcosa, mentre dettava i tempi dalla regia del centrocampo. Liverpool, Real Madrid, Bayern Monaco e la nazionale, con cui ha vinto tutto. Xabi è stato direttore d’orchestra dei più grandi club del mondo, ora è pronto a gestire il ritmo anche dalla panchina, garantendo armonia e sorrisi. A Leverkusen oggi lo hanno visto e presto lo impareranno. La prima è salva.

Lorenzo Cascini

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