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Ward-Prowse, un uomo in missione: “the best in the world” con le sue punizioni punta all’idolo Becks

James Ward-Prowse è un uomo in missione: da quando da bambino vedeva David Beckham calciare le punizioni con il Manchester United, ha deciso di emularne l’inconfondibile stile di calcio, e di puntare al record di gol su calci piazzati in Premier League detenuto proprio da “Becks”. E contro il Wolverhampton, il centrocampista inglese del Southampton ha fatto un passo in più nella direzione del suo idolo, segnando una punizione splendida dalla lunghissima distanza.  

Nato a Portsmouth, in una famiglia di fan della squadra locale, James ha sempre giocato con i Saints, dove è arrivato giovanissimo. Nel 2011, all’età di diciassette anni, l’ingresso in prima squadra e l’esordio in League One, la terza serie inglese. Nel 2020, con la squadra stabilmente in Premier League da diverse stagioni, arriva anche la promozione a capitano.

 

 

I numeri

In dieci anni, “Prowsey” è già arrivato a 356 presenze con la maglia biancorossa, di cui 288 in Premier. Il centrocampista ha messo a segno 41 reti complessive, abbinate a 46 assist. Delle 41 reti, 12 sono arrivate su calcio di punizione, la vera “specialità” del centrocampista che si è guadagnato anche 9 “caps” nella nazionale inglese, condite da 2 reti. Con la punizione calciata contro il Wolverhampton, nella sconfitta per 3-1 dei Saints al Molineux, Ward-Prowse si è superato, segnando da circa 35 yard (equivalenti a poco più di 32 metri). Un gol spettacolare che ha anche un valore statistico eccezionale: consente a Ward-Prowse di agganciare Gianfranco Zola e Thierry Henry al secondo posto nella classifica dei giocatori con più reti su punizione segnate in Premier League. Davanti a tutti, a quota 18, lui: David Beckham, ovviamente.

“Best in the world”

Il Southampton lo ha celebrato su Twitter con una gif, accompagnata dalla didascalia: “Best in the world“, “migliore al mondo”. Un giudizio non dissimile da quello espresso tempo fa da Pep Guardiola: “Non ho mai visto nessuno calciare le punizioni come lo fa lui“. D’altronde, per il destro affilato di Ward-Prowse non c’è zona del campo che tenga: ha segnato da qualsiasi posizione, da destra, da sinistra, dal centro, anche, come ieri, dalla lunghissima distanza. La palla, quando c’è lui sul pallone, sembra avere una calamita che la trascina inesorabilmente verso la porta. Le traiettorie sono arquate, non mancano velocità, potenza, precisione chirurgica: una sentenza, l’incubo di ogni portiere di Premier. Dal 2012 in avanti, solo Messi, Pjanic, Calhanoglu e l’italiano Grifo hanno segnato di più su punizione nei cinque maggiori campionati europei. 

 

 

Ma ultimamente Ward-Prowse sembra aver accelerato la rincorsa al record. Nelle ultime due stagioni sono già 6 reti su punizione: ne ha segnati uno a testa al Wolverhampton, al Manchester United, al Newcastle, al Crystal Palace e addirittura due nel clamoroso 4-3 con cui il Southampton ha battuto l’Aston Villa in casa sua nel 2020. Con la rete di ieri, il ventisettenne è diventato anche il quarto giocatore della storia della Premier a realizzare il “10+10”: almeno dieci gol su punizione e dieci su rigore in carriera nel torneo. Come lui solo Ian Harte, “Titi” Henry e Cristiano Ronaldo.

Precisione da golfista

La precisione di Ward-Prowse sui piazzati (oltre a quelli segnati, ci sono gli assist al bacio per la testa dei compagni, tra cui soprattutto il centrale Jan Bednarek, già a 3 reti stagionali) assomiglia a quella di un provetto golfista. E allora forse non è un caso che la sua esultanza, realizzata di volta in volta con un compagno diverso, imiti proprio un tee-shot, il primo colpo con cui il giocatore approccia la buca.

 

 

La malattia di Emma

Ma c’è un’altra “missione” a cui James Ward-Prowse tiene in modo particolare, e si tratta della guarigione della sorella minore Emma. Alla ragazza, oggi ventiseienne, dieci anni fa, proprio quando James esordiva nel Southampton, è stata diagnosticata una forma di alopecia particolarmente rara e aggressiva. Le cure non funzionavano, Emma stava male, e soffriva psicologicamente il mutamento del suo aspetto estetico. Qualche anno dopo avrebbe raccontato come il fratello passasse il giorno e la notte a cercare ovunque informazioni su cure alternative e risolutive. “Jamie è il fratello maggiore che tutti vorrebbero, premuroso e protettivo”, ha dichiarato Emma in un’intervista di qualche anno fa. Insomma, palla in buca, dentro e fuori dal campo.

Tommaso Freni

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