“Campione in campo e nella vita”: monito a vivere il calcio soprattutto come divertimento, oltre a possibile, futura professione, per arrivare ad alti livelli, sfruttando un esempio più che pratico come un marito capitano dell’Inter e (finalmente) attaccante della Nazionale Argentina. Tra tanto colore, fumetti e pagine dedicate ad ogni bambino che sogna di diventare calciatore, Wanda Icardi (con la compartecipazione di Mauro) ha realizzato così un nuovo libro prodotto da Electakids, presentato stasera presso la libreria Rizzoli di Galleria Vittorio Emanuele a Milano davanti a tanti, piccoli appassionati e a un buon numero di giornalisti presenti.
Accompagnata anche dalla madre (arrivata appositamente dall’Argentina) e dalla propria famiglia, l’agente ha parlato così dello scritto realizzato, soffermandosi sullo scopo dello stesso: “Siamo una famiglia che respira calcio e siamo riusciti a mostrare tutto quello che un bambino deve avere dal calcio, in troppi usano solo smartphone: Valentino, Constantino e Benedicto sono stati al mio fianco per sottolineare ogni correzione. I bambini vivono il calcio con una grande pressione a volte, nel libro viene spiegato come anche il calcio sia un gioco”.
Spazio poi ad un aneddoto: “Mauro una volta ha voluto affittare una villa perché i bambini avessero spazio per giocare a calcio, era un po’ bruttina ma ci rimane nel cuore per il nostro modo di vivere il calcio. Mauro è il futuro della Nazionale: dopo ogni sconfitta gli rimane un po’ di rabbia, ma quando è passata torniamo a parlare normalmente”. E tra selfie finali, firme su ogni copia e sorrisi, ecco anche il tempo per Bedy Moratti, persona definita “speciale” da Wanda per la propria famiglia, di leggere un piccolo estratto del libro:
“Si può pensare che un calciatore famoso o il capitano di una grande squadra sia arrivato a giocare in quel ruolo perché ha avuto fortuna e ha incontrato le persone giuste, ma serve talento. Bisogna saper giocare molto bene e far la differenza in squadra fin da ragazzini. Mauro si è fatto notare dai club più importanti sin da bambino. Quando giocava i tornei e faceva tanti gol. Ha fatto parecchi sacrifici rinunciando a divertirsi, prima di arrivare al Barcellona. La mattina zaino e borsone perché appena suonava la campanella si correva al campo. Niente pomeriggi con gli amici, cartoni animati. La domenica ci si alzava all’alba per il campionato. E il lunedì si ricominciava. In questo senso l’esaltazione del merito nello sport diventa una metafora della vita”.
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