Walter Sabatini, ex direttore sportivo della Salernitana, è intervenuto in diretta a Sky Calcio Club. Diversi i temi affrontati, dal caso Karsdorp a Roma alla situazione del campionato italiano, con particolare attenzione alla lotta scudetto: “Se Pogba si ripresenterà al suo livello, la Juve se la giocherà fino in fondo. Anche per lo scudetto“.
“Allegri è un allenatore a tutto tondo, guarda tutti i dettagli. La rimonta della Juventus non è casuale, ha fatto ritrovare alla squadra un modo di stare in campo, di pensare. È una prerogativa degli allenatori esperti e capaci di metabolizzare la sconfitta come Allegri” ha spiegato Sabatini ragionando sulla stagione della Juventus.
“Ha avuto qualche difficoltà, è tornato da due anni di beato ozio. Ma ora la squadra competitiva al massimo. Per me la Juve tornerà in gioco per tutti gli obiettivi. Per lo scudetto deve fare una scalata furibonda, ma quello che sta facendo oggi in campo è tanto, è tornata a ragionare come una grande squadra. Dipenderà da come si ripresenta Pogba, perché Chiesa sembra tornato già in condizione. Se Pogba si ripresenterà al suo livello, la Juve se la giocherà fino in fondo anche per lo scudetto. Sembra un paradosso, ma io sono l’uomo dei paradossi”.
Davanti, però, c’è il Napoli di Luciano Spalletti, un allenatore che Sabatini conosce molto bene: “Me l’aspettavo. Il Napoli da subito mi è sembrata una squadra con sincronie straordinarie. Quando certe dinamiche si vedono così in fretta, viene da pensare subito a un gran campionato. Kvaratskhelia non me l’aspettavo così forte e mi suscita una certa invidia, perché quella è una vera scoperta. È una locomotiva, quando si mette in movimento è inarrestabile. Ma oltre alla potenza ha anche una grande tecnica. Hanno imbroccato tutto, prima di tutto è stato bravo il direttore sportivo. Poi Luciano è un artista senza regole, è pura genialità. È un istrione incredibile, in qualsiasi cosa faccia. Ha fatto una cosa meravigliosa fin qui”.
Sabatini e Spalletti hanno lavorato insieme ai tempi della Roma, che oggi deve fare i conti con il caso Karsdorp. L’olandese ha rotto con il club e non si è presentato alla ripresa degli allenamenti: “Mi sarei trovato in difficoltà – ha confessato il ds – non tanto per il mercato ma per questioni professionali e umane. Karsdorp ha fatto un errore grave a non presentarsi un ritiro, un calciatore deve seguire le regole del gruppo. Sarà un po’ contrariato, ma non ha diritto di sottrarsi alle regole”.
Poi, un commento sulla stagione dei giallorossi: “La Roma gioca male, ma non consegna mai le partite e questo è nella mentalità di Mourinho. Restano sempre nella partita con l’opportunità di fare risultato anche a tempo scaduto. A me piace un calcio che fa circolare palla velocemente e verticalizza in fretta. Tre passaggi e via in profondita. È il mio calcio, ma penso sia un po’ quello di tutti”.
“Mondiale? Ci ripenso oggi per la prima volta – ha commentato Sabatini – ho dovuto staccare dopo l’eliminazione dell’Italia. Voglio vedere prima come le squadre affronteranno queste partite, ci sono tante squadre competitive. Da quando ho visto allenarsi Tomiyasu ho capito che in Giappone hanno una cultura del lavoro e una capacità di seguire l’allenatore straordinario. È una squadra che non vorrei mai affrontare”.
Altro tema affrontato è quello della lotta retrocessione: “Nel vedere giocare la Sampdoria mi viene grande tristezza. Mi sembra una squadra che va in campo come se dovesse perdere. Non so che fattore sia intervenuto. Perché una squadra possa essere competitiva ci vuole una coesione psicologica straordinaria, bisogna poter divulgare messaggi nello spogliatoio tramite giocatori e allenatori. A Salerno se ho fatto qualcosa di buono è stato scegliere Nicola, che sa sempre affrontare col sorriso gli eventi peggiori calcisticamente parlando. Bisogna affrontare queste situazioni col pensiero positivo, e questo vale anche per le squadre che stanno lottando oggi”.
“Spero nessuno abbia pensato di poter replicare quanto fatto dalla Salernitana l’anno scorso, perché non è cosa che si può fare sempre” ha proseguito il ds. “Il presidente della Salernitana è un personaggio forte dal punto di vista imprenditoriale, un uomo sicuro di sé e molto coraggioso. L’avvento di Iervolino è stato decisivo, non ci sono dubbi. Che è successo tra noi? Abbiamo litigato su una vera stupidaggine, su un equivoco. Il dramma della mia vita è che dico immediatamente le cose che penso. Sono pentito di non essere lì, la squadra mi piace e non nego che mi sarebbe piaciuto essere lì a combattere. Salerno ha una capacità di amare la squadra che si fa fatica a trovare. Quello che c’è lì non si può neanche raccontare, è gente di fede ed è una cosa difficile da spiegare”.
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