Dusan Vlahovic ha parlato anche di futuro ai microfoni di Dazn, sottolineando la scelta fatta questa estate di rimanere alla Fiorentina: “Parlo sempre in modo sincero penso che chi viene dai Balcani faccia le cose più con il cuore che col cervello. Io mi sentivo di rimanere, qui penso di poter crescere ancora. Farò tanti gol e assist, il resto come viene viene. Ci possono essere tanti rischi, ma senza i rischi non vale la pena vivere. Mi viene in mente Totti contro l’Olanda che fece il cucchiaio e quello è rimasto per sempre”.
“A Firenze si sta da dio, sono arrivato quando ero molto giovane e questa è la mia seconda casa”. Idee chiare e amore per i colori viola. Ma gli obiettivi professionali il serbo ce li ha ben in mente: “Haaland è una macchina da gol, un robot. È più veloce di me, per il resto ce la giochiamo”. Tra i suoi idoli calcistici c’è Ibrahimovic, “per il suo carattere e la voglia di non mollare mai. Non permetteva mai a nessuno di comandarlo, poi le giocate mostruose… Dopo la partita a Firenze in cui abbiamo perso 3-2 approfittai del fatto che magari non era molto arrabbiato per chiedergli la maglietta. Me la firmò, facemmo la foto e scrisse la dedica nella nostra lingua, mi ha detto di andare avanti così e non mollare mai. Poi io non sono molto bravo a parlare quando incontro un idolo”.
Parole al miele per Vincenzo Italiano: “Lui è uno dei motivi per cui ho scelto di rimanere, perché dopo il ritiro ho detto ‘con questo ci si diverte’. Ti sta sempre addosso, non ti fa respirare e così puoi solo migliorare. Mi piace la concorrenza, è divertente giocare per lui. Quando è arrabbiato mi chiama Dusan. Ed è sempre arrabbiato…”. Un ringraziamento anche a Cesare Prandelli che “mi ha tirato fuori dalla… Nessuno ha fatto le cose che ha fatto lui per me”.
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