Vito Scala: “Totti? L’infortunio del 2006 caso unico, ha rischiato il Mondiale”

L’infortunio di Francesco Totti e il Mondiale del 2006: le parole dell’ex club manager della Roma, Vito Scala
A lungo braccio destro dell’eterno capitano giallorosso, Vito Scala è stato ospite di una delle recenti puntate della Web Tv.
Nell’occasione, l’ex tuttofare della Roma ha raccontato il suo rapporto con Francesco Totti, soffermandosi su un aneddoto in particolare.
Il fatto risale al febbraio del 2006, quando il numero 10 aveva rimediato un brutto infortunio a pochi mesi dal Mondiale di Germania.
Si trattava di una frattura del perone con associata lesione capsulo-legamentosa complessa del collo del piede sinistro. Di seguito le sue parole.
Il racconto di Vito Scala su Totti
Queste le sue parole: “Per capire il rapporto di fiducia che si è instaurato, un rapporto quasi fraterno, racconto un aneddoto risalente a quando lui si è fatto male nel 2006 alla caviglia, un infortunio molto brutto che non aveva una casistica. Nel momento di prendere la decisione di operarlo subito, insieme a mamma Fiorella, insieme al professor Mariani, gli abbiamo detto che si era semplicemente sfilato un tendine e che bisognava intervenire subito per dargli la possibilità di recuperare velocemente”.
Per poi proseguire: “Il professor Mariani si è preso la grande responsabilità di questo – ancora oggi lo ringraziamo – di operarlo subito per dargli la possibilità di fare il mondiale. Ma era un intervento cieco, nel senso che non sapevamo… Unico caso! Oltretutto, il professor Mariani e il professor Santucci… ma non sapevamo quali potevano essere i tempi di recupero anche con l’imminenza del Mondiale”.
Un infortunio unico nel suo genere
Insomma, Vito Scala racconta di un problema fisico che ha rischiato di costringere Totti a rinunciare al Mondiale 2006. “Era febbraio e poi c’era a giugno il mondiale. Però grazie al rapporto di fiducia e di stima che c’era con questi professionisti, insieme alla professoressa Giannini, Francesco ha detto subito sì, accettando di operarsi”.
“Poi, quando lui si è risvegliato dall’intervento, dove io ero presente in sala operatoria perché non lo lasciavo nemmeno un attimo, ha capito della gravità dell’infortunio. Ma sono stati tutti bravi: dal mister Lippi, dal mister Spalletti, dalla società a stargli vicino costantemente. La famiglia che gli ha dato la carica per rientrare il più velocemente”.