Quando era arrivato si è quasi scusato. “Costo tanto ma non è colpa mia”. Settanta milioni di sterline più 5 di bonus, circa 85 milioni di euro in totale.
Virgil Van Dijk era stato pagato 15,7 milioni dal Southampton nell’estate 2015 e poco più di due anni dopo è diventato il difensore più costoso della storia. Cifre da attaccante, resa anche. Sicurezza in campionato, in questa serata di Champions League ha brillato più del solito, tanto da essere l’unico giocatore del Liverpool che dal febbraio 2007 ha segnato e fatto un assist in una stessa partita della fase ad eliminazione della competizione.
Prima di lui? Craig Bellamy, al Camp Nou, dodici anni fa.
Tre gol nelle ultime 4 gare giocate, più di quanti realizzati nelle precedenti 55.
Ci ha messo la testa e si è visto.
Statistiche impressionanti. In questa edizione della Champions League ha fatto più assist di Messi e più gol di Suarez, tanto per tornare al Camp Nou. Qualità e quantità. Aiuta a non prenderli, aiuta a farli e li fa lui stesso. D’altronde, l’area di rigore è casa sua. Anche quella avversaria.
Ma non toccate l’argomento ‘casa’ con Solskjaer. Virgil abita a casa sua, una splendida abitazione di proprietà del manager dello United, il cui l’olandese vive in affitto e senza alcuna intenzione di lasciarla al proprietario. E per Ole? L’albergo è l’unica soluzione per ora.
Sui social i tifosi del Liverpool si chiedono se ci sia qualcosa che non sappia fare. Se ci sia un difensore centrale migliore in circolazione. Li appassiona, li emoziona. Con la colonna sonora di Titanic in sottofondo ancora di più. Humor inglese.
Uno stacco incredibile, merito di quei 193 centimetri d’altezza che a 16 anni forse nemmeno pensava di raggiungere. Allora era anche più basso del fratello più giovane, poi l’exploit. E nell’estate in cui ha compiuto 17 anni è cresciuto 18 centimetri. Sì, contro il Bayern gli sono tornati utili. Virgil, la torre di Liverpool.
“For some reason I can’t explain”. Ma probabilmente non serve nemmeno spiegarlo. Meglio cantarlo, come un ritornello dei Coldplay. ‘Viva la vida’. Una di quelle canzoni, anzi ‘la’ canzone, che lo riporta sempre indietro a quando nel 2012 ha passato un periodo difficile, fisicamente parlando. Appendicite, infezione nello stomaco. “Una cosa folle”. L’operazione, quei 10 giorni senza poter fare niente se non aspettare, lo shock. Poi ha preso il telecomando, ha acceso la tv e ha sentito quella canzone.
Inglese, come il gruppo che la canta. Come il dominio nell’Europa che conta. City, United, Tottenham e Liverpool ai quarti. Altro che Brexit.
E per restare sull’attualità… Facebook down, Instagram down, Liverpool up. Su come Virgil per spedire il pallone in porta e i Reds ai quarti insieme a Mane.
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