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Vieira: “Genoa? Dopo una settimana avevo capito di aver fatto la scelta giusta”

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Patrick Vieira, allenatore Genoa

L’intervista dell’allenatore del Genoa a La Gazzetta dello Sport

“È bastata una settimana di lavoro. L’atteggiamento del gruppo mi è piaciuto moltissimo. E lì mi sono detto: “Ho fatto la scelta giusta”. Arrivato a stagione in corso al posto di Alberto Gilardino, Patrick Vieira ha conquistato la salvezza (con largo anticipo) e la fiducia del popolo genoano.

“Ho cercato subito di capire bene la situazione semplificando la gestione tecnica e tattica, per fare punti e ottenere il massimo dalla squadra. Perciò sono passato dal 5-3-2 al 4-3-3, allo scopo di creare fiducia attraverso il gioco. La stabilità era il primo passo, insieme a un’identità ben precisa. A quel punto ho iniziato a credere nella possibilità di rimanere in A”, ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport.

Dal suo arrivo, il Genoa ha collezionato 29 punti in 23 partite: “Io dovevo pensare al modo di salvare la squadra. Non facevamo tanti gol, ma bisognava chiedersi perché. Togliete Leao e Gimenez al Milan, o tutti i giocatori offensivi dell’Inter e cambia tutto. Da qui nasce l’orgoglio per la mia squadra. Tutti vorremmo essere come il City o il Barcellona, però dobbiamo analizzare bene la squadra. Il ruolo di un tecnico è tirare fuori il massimo, rispettando il dna del Genoa, diverso da quello del Barcellona”.

Poi, l’allenatore ha parlato di dna: “Qui devi giocare con intensità, e se sbagli un pallone, stai certo che la gente continuerà a sostenerti. Perché piacciono Masini, Frendrup, Vasquez? Perché giocano con il cuore. Chi verrà al Genoa in futuro deve avere questo dna. Su tutto il resto, poi, si può lavorare. Ovvio, mi piacerebbe segnare sempre quattro gol a partita, ma qui è diverso. Il mio dna è identico a quello del club, mai in passato avevo trovato un’identità così simile con la mia squadra come è accaduto stavolta. Qui uso il “noi, non l’“io”. E, ripeto, quando sento dire che segniamo poco, bisogna ricordarsi che ci siamo salvati, ma non era così sicuro. Sempre uniti, anche nelle difficoltà”.

Genoa, Vieira: “L’equilibrio è fondamentale”

Dalle prime esperienze in Francia fino all’Italia, Vieira ha sempre lavorato puntando su un aspetto per lui fondamentale: “Il mio percorso racconta che ho sempre lavorato con i giovani. A Nizza, al Crystal Palace, che era una delle squadre più vecchie della Premier, allo Strasburgo. Ovunque ho messo dentro giovani. Ma attenzione: i giovani devono poter sbagliare e la società deve essere consapevole che dando loro l’opportunità di giocare puoi anche perdere una partita. È un lavoro di anni, ma se lo accettiamo, si può fare”.

E poi: “Io credo moltissimo alla stabilità, il primo passo verso il successo. Bologna e Atalanta sono anni davanti a noi a livello societario. Il Genoa è all’inizio di questo percorso, difficile fare paragoni oggi”.

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Palloni Serie A (credits: Andrea Rosito)

Vieira: “Ecco i miei insegnanti. PSG-Inter? Sarò a Monaco”

Allenatori, maestri di calcio e di vita: “Ho fatto nove anni con Wenger all’Arsenal, mi è sempre piaciuto il suo modo di essere sempre disponibile al dialogo con i giocatori, mi ha fatto crescere molto. Di Mourinho ho apprezzato la gestione della squadra sotto pressione, anche Mancini è stato importante sul piano mentale. E poi Capello, prima al Milan e poi alla Juve. Ma fondamentali sono state le esperienze nel settore giovanile di City e Strasburgo”.

Sul razzismo: “Purtroppo fa parte della società, c’è nel calcio così come altrove. Se guardiamo il nostro mondo, mi piacerebbe vedere anche fuori la diversità che troviamo in campo. Vale anche per i giornalisti. Ci sono molte più giornaliste donne rispetto ad anni fa e mi piacerebbe vedere questo processo anche altrove. Dobbiamo fare una scelta sulla qualità della persona, non sull’altezza o altro. Il cambiamento è in atto, ma troppo lento”.

Infine, Vieira ha rivelato dove sarà il 31 maggio: “Andrò a Monaco per la finale. Da bambino arrivai a Parigi e mi piacque subito il Psg, di cui ero tifoso. Penso a Rai, Ginola, Weah. Ma dentro di me c’è anche una parte interista, sono rimasto a Milano tre anni e mezzo ed è stato un periodo meraviglioso. Credo che meriterebbe di vincere l’Inter per quello che ha fatto negli ultimi anni, ma pure il Psg, che ha avuto il coraggio di lasciare andare via uno dei tre giocatori più forti del mondo, Mbappé, eppure è arrivato in finale. Comunque vada, sarò felice”.