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“Vi scrivo perché sono il papà di un portiere di 15 anni…”. Italia, per non dimenticare: la lettera aperta di un genitore

Prendi il calcio e tutto quello che gli gira intorno. Un mondo: luci, divismi e un… pallone. Già, proprio lui, il protagonista principale, a volte arriva per ultimo. Non per tutti per fortuna, c’è ancora qualche esempio virtuoso, di chi vuole arrivare con grande passione, rispettando le regole e per merito. E non sempre si può rimanere cechi, lo sguardo si può aprire e sfiorare le parti più in ombra, coinvolgere chi vuole dire la sua, senza alzare la voce, con gentilezza. Prego… GianlucaDiMarzio.com lascia sempre la porta aperta a tutti. E così, dopo lo sfogo dell’osservatore Ermanno Ferrari arriva anche la lettera di denuncia di un papà…

“Salve. Sono d’accordissimo con tutto quello che è stato scritto, come sono d’accordissimo con quanto ha dichiarato mister Pochesci , forse con troppa sincerità, rischiando perché questa è l’Italia…!!! Vi scrivo perché sono il papà di un portiere U15. Mio fglio da solo e contro il pensiero di mamma e papà ha scelto di incamminarsi nella strada calcistica. “Purtroppo” devo dire, perché da solo ha superato ostacoli e affrontato le varie situazioni. Noi genitori abbiamo solo potuto stargli accanto moralmente, dopo che lo scorso anno non aveva avuto le sue possibilità per alcuni dei motivi elencati dal vostro articolo. Oggi vive in convitto, sempre per sua ambizione e scelta, dopo aver superato le selezioni per entrare in un noto liceo scientifico sportivo (visti i suoi profitti scolastici ). Studia lontano da casa, a circa 150 km. I risultati sono brillanti anche lì… Più volte ho ricevuto complimenti per il suo comportamento, la sua determinazione, tanto che qualche volta lo hanno descritto come un soldato. A volte fin troppo diligente e serio mi hanno detto alcuni professori, pensate un po’! Ecco, spero solo che da qui in avanti si provveda veramente a sistemare questa faccenda, per mio figlio e per chi come lui ci crede e cerca ogni giorno di percorrere seriamente e con merito questa strada. Senza scorciatoie, isterismi, follie varie di chi vuole vedere i propri figli in prima linea senza merito. Poi magari saranno gli stessi che si dispereranno nel vedere rovinati i loro ragazzi per le false speranze che gli sono state date. Riformiamo questi settori giovanili, ma stavolta facciamolo veramente. Direttori sportivi e mister con i ragazzi. E genitori in tribuna, grazie! Nulla è scontato, mio figlio è realista e studia sodo per il piano B: gli piacerebbe diventare fisioterapista se con lo sport non avesse successo. Credo di avere un figlio uomo e poco principino. Ma vorrei che tutto accadesse naturalmente, che il suo sogno non sia spezzato da tutta questa “prostituzione”.

Grazie per la vostra attenzione. Saluti, A.”.

Francesco Caruso

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