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Versi, rime e… Calcio: la poesia del derby di Lisbona, tra Pessoa e il sogno scudetto di un’intera città

“Chi sogna di più, mi dirai – colui che vede il mondo convenuto o chi si perse in sogni?” (Fernando Pessoa). Nel giorno del “derby eterno”, Sporting Clube de Portugal – SL Benfica, probabilmente sogna di più lo Sporting: sogna quel titolo che manca da 14 anni e che adesso sembra più vicino che mai, con le due squadre separate da un solo punto in classifica: primi i leoni con 59 punti, a 58 le aquile. E il Porto, terzo a 55, spettatore interessato. Chissà come si sarebbe approcciato Pessoa con Twitter, 14o caratteri per il suo genio. Oggi, sul profilo dei “Leões” spopola l’hashtag #EuQueroOSportingCampeao, ‘voglio lo Sporting campione’. E chissà come il poeta avrebbe vissuto questa giornata: noi abbiamo provato a immaginarlo prendendo in prestito alcuni frammenti dei suoi versi e adattandoli alla partita. Se la Lisbona biancoverde freme, dalle parti della Catedral rimbomba invece il silenzio di chi è abituato a questo genere di sfide, con la statua di Eusebio che campeggia ricordando le tante vittorie. “Quale voce viene sul suono delle onde, che non è la voce del mare? E’ la voce di qualcuno che ci parla, ma che se ascoltiamo, tace”. Un silenzio che fa rima con la quiete dell’oceano su cui si affaccia Lisbona, la città delle luci: “Non ci sono per me fiori che siano pari al cromatismo di Lisbona sotto il sole”.

“Ho l’abitudine di camminare per le strade guardando a destra e a sinistra e talvolta dietro di me. E ciò che vedo è ciò che non avevo mai visto prima”. Forse Pessoa direbbe questo di Slimani attaccante algerino dello Sporting, 22 gol in 36 presenze: quello che non ha mai visto prima è lo scudetto per il suo Sporting, che si intravede all’orizzonte. E dopo averlo visto, vorrebbe finalmente afferrarlo. “Non pensare a niente è avere l’anima propria e intera, è vivere intimamente il flusso e riflusso della vita”. Questo verso magari sarebbe invece adatto a Jonas: il brasiliano del Benfica che non pensa a niente, se non a segnare: 28 gol in 34 presenze. E poi ci sono anche Aquilani e Schelotto, che di derby in Italia ne hanno giocati, Mitroglu e Nico Gaitàn.

Eccitazione e tensione prendono il posto della classica malinconia che si respira da quelle parti, sospesa, nemmeno troppo celata dei portoghesi. Le note del fado accompagneranno l’attesa, tra un giro sul tram 28, una passeggiata tra i vicoli della città e un morso alle pastéis. E’ tutto pronto per il derby eterno. Pessoa diceva: “La bellezza è il nome qualunque di una cosa che non esiste”: ma a qualunque tifoso di Sporting o Benfica chiediate, dirà che la bellezza è vincere un derby nella città delle luci. E non importa se stasera si giocherà col buio.

Marco Bonomo

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