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“Serie B? Non scappo, accetto”. Prima le lacrime, ora i gol: Pazzini e il suo “Pazzo” 2016 con l’Hellas

Così parlo il Pazzo: “Serie B? Non scappo!”. Sfida accettata: “E che entusiasmo!”. Come ai vecchi tempi, quando esordiva in categoria con la “sua” Atalanta: “Il tasso tecnico era pure superiore”. Ragazzino. Ora è tutto diverso, cambiato. Un po’ come quando torni dove sei cresciuto dopo tanti anni. Non dimentichi, ricordi in fretta, specie dopo aver toccato con mano cose che prima erano tue. Dejavù, no? Stessa fame, infine. E stesso soprannome di una vita: il “Pazzo”. Pazzo Pazzini. Quello dell’esultanza divenuta simbolo: Mi hai visto?”. Dita sotto gli occhi e gol. “Sì, e tu mi hai sentito?”. Mano(na) sull’orecchio. Toni rispondeva così, oggi è il suo dirigente all’Hellas. Mondo piccolissimo a volte. Un tempo ex compagni, fratelli. Dopo…“testimone di nozze!”. Da quest’anno boss, pronto a godersi un Pazzini da sogno. Come quello che 10 fa anni inaugurava Wembley con una tripletta: “Una giornata indimenticabile!”. E che oggi, invece, chiude il 2016 con 16 reti in 17 gare di Serie B. Capocannoniere. Con l’obiettivo – unico e solo! – di centrare la promozione in A: “Il nostro gruppo è unito, ora voglio dimostrare che quello dell’anno scorso non ero io”.

Superstizione o no, poco cambia. Pazzini da record col suo Verona: vicinissimo alle 19 reti siglate con la Samp nel 2010 (miglior score fin qui). Campione d’Inverno intanto (41 punti e primo posto, Frosinone a -3). Rinascita sì, stavolta il termine è corretto. Perché la stagione scorsa è da dimenticare: “Personalmente è stata la mia più grande delusione sportiva”. La retrocessione, le lacrime, il fallimento di un’annata che così non doveva andare: solo 6 reti per lui. Poche. Nonostante fosse arrivato a Verona per “segnare tanto e andare all’Europeo”. Obiettivo fallito purtroppo. Ma quest’anno va tutto per il verso gusto, tutta un’altra musica per l’attaccante toscano. Decisamente un lusso per la categoria. Un 2016 agrodolce, a due volti come Harvey Dent, il cattivo di Batman. Lui, il Pazzo, quest’anno ha visto entrambe le versioni del bicchiere: mezzo vuoto, con la retrocessione e la Serie B, e infine mezzo pieno, capitano da chapeau intriso di sorrisi: “Vorrei ricordare soltanto la seconda parte del 2016, mi sto togliendo tantissime soddisfazioni”. Proprio in B poi, destino. Merito di una sfida accettata per “rimettersi in gioco”. Con un grazie a Pecchia e Fusco, fautori di una rinascita a 32 anni quando in pochi ci credevano: “Sarà il nostro campione” dicevano. Promessa mantenuta. “Chiaro, Pazzo?”. Chiarissimo. Non servono neanche le dita sotto gli occhi per vederlo.

Francesco Pietrella

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