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Lo Zorya, lo Sheriff e ora l’esercito ucraino. La storia di Vernydub tra scelte di cuore e di vita

Sposare una causa come ideale e crederci fino alla fine, qualunque cosa accada. In una parola: fede. La storia di Yuriy Vernydub – allenatore dello Sheriff Tiraspol- racconta questo. Lui, ha infatti lasciato la Moldavia per arruolarsi all’esercito Ucraino. Scelte di vita.  

 

Lo scrittore Paulo Coelho diceva che “L’individuo che non onora la propria terra, non onora se stesso”. Vernydub lo ha preso alla lettera e non ci ha pensato due volte: originario di Zhytomir, città storica dell’Ucraina occidentale a 130km da Kiev e a un tiro di schioppo dalla Bielorussia. Proprio li sono arrivati i missili Isksander che hanno colpito l’aeroporto della città. La situazione è quindi critica e pericolosa, scegliere di andare in guerra per il proprio paese è il segnale più forte che si possa dare.  

 

Lo Zorya e lo Sheriff, scelte di vita

Domani lo Sheriff Tiraspol giocherà in casa contro Milsami. Prima contro terza. Ma lo farà senza il suo allenatore. Vernydub infatti è già in Ucraina. “Spero capirete, devo andare”. Vocazione, ancora prima che una scelta ragionata. D’altronde la sua storia è sempre stata così, controcorrente. Prima da allenatore dello Zorya – dal 2011 al 2019 – squadra di Luhansk, una delle due repubbliche separatiste del Donbass riconosciute da Putin solo qualche giorno fa. Da anni lo Zorya gioca a Zaporizhzhia, 400km più a ovest perché il suo stadio non può più ospitare le partite causa guerra. Poi dal 2021 lo Sheriff Tiraspol. Squadra simbolo della Repubblica della Transnistria. Lì da quelle parti sembra che il tempo si sia fermato. Tutto sa di Russia, dai busti di Lenin alle bandiere con falce e martello sparse in giro per la città. In poche parole uno degli ultimi feudi comunisti ancora presenti in Europa. Scelta sui generis per un Ucraino, ma lui è sempre stato così.  

 

Dal Real Madrid alla Trincea

Yuriy ha portato questo piccolo scrigno fantasma al centro dell’Europa. Nessuno li riconosce, ma a loro poco importa. La qualificazione in Champions League è stato un traguardo storico, che ha regalato alla Transnistria una finestra sull’Europa che conta. Seconda stella a destra e una visione dall’isola che non c’è. Dove non arriva la politica, ci pensa il calcio a regalare storie. 
Alcune date da quelle parti saranno ricordate per sempre. Il 28 settembre 2021, allo Stadio Santiago Bernabeu, è una di quelle. Gli uomini di Vernydub espugnano Madrid con i gol di Yakhshiboev e di Thill allo scadere. Un’altra occasione in cui lui, riferimento e guida, ha lasciato il segno. Oggi lo ha fatto di nuovo. Con un gesto diverso, raro e di cuore ancor prima che di testa.

Lorenzo Cascini

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