Ventisei gradi, l’estate arrivata con un mese di anticipo. Verona si prepara al ritorno in Serie A dell’Hellas dopo un anno in purgatorio in un clima (atmosfericamente) caldissimo, anche se per le strade sembra un sabato come tanti. Poco entusiasmo? Sbagliato. Anzi, sbagliatissimo. Perché anche se in giro – nella centralissima via Mazzini assalita dai turisti – l’unica maglia gialloblù è di un tifoso che non conosce la parola scaramanzia, l’attesa per il ritorno tra i grandi in città è tanta.
“Ma niente sciarpe o maglie, – Hellas Store escluso ovviamente – almeno sino al fischio d’inizio” ripetono in loop Andrea e Stefano, tifosi che da giorni – mi confessano – non parlano d’altro. “Ma prima aspettiamo la fine della partita. E niente foto eh, semmai le facciamo dopo”. A traguardo raggiunto, quando allora sì che la festA avrà inizio e il clima si farà caldissimo: colonnetta di mercurio alla mano, ed entusiasmo dei tifosi pronto ad esplodere, con un’invasione di colore per le strade. Rigorosamente gialloblù, come quello che colorerà il Bentegodi all’ingresso in campo dei ragazzi di Pecchia. Non ora, però. Ora è il tempo dell’attesa. Silenziosa.
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