"Y llora, y llora, y llora!" Anche il telecronista è incredulo. Ma piange, piange, piange, Giancarlo Maldonado. Dopo un gran gol al 92': girata dal limite dell'area e palla all'angolino. Il problema? Questioni di sangue.
E' l'ultima giornata di Primera Division venezuelana: il match di Puerto Cabello tra l'Academia e il Deportivo Tachira di Giancarlo è uno spareggio per accedere ai playoff (entrambe le squadre sono in corsa per l'ottava e ultima posizione utile) ma anche un derby di famiglia. Perché i padroni di casa sono allenati da Carlos Maldonado, papà dell'attaccante classe '82.
Al 90' l'Academia è in inferiorità numerica ma avanti 2-1: dovesse finire così, sarebbe una storica qualificazione ai playoff per il club fondato solo nel 2011 e alla sua seconda stagione assoluta di Primera Division. Poi arriva la giocata di Maldonado jr., vecchia gloria della nazionale vinotinto (22 gol in 65 presenze). Il Deportivo esulta, lui no. Il 2-2 non va bene a nessuno, mancano ancora tre minuti per rovesciare il risultato, ma Giancarlo ha capito di aver infranto il sogno di papà. E si aggiunge alla lista dei goleador del pianto.
"Ma io sono più fiero che mai del figlio che ho", dirà nel postpartita l'allenatore del Puerto Cabello. "In un paese in cui i valori sono andati perduti, Giancarlo ha dimostrato fedeltà ai colori che rappresenta e rispetto per il calcio". Al buon prezzo di qualche lacrima, che ha segnato la domenica del pallone in Venezuela.
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