Venezia è diversa. Diversa per fascino, per il suo incontro con il mare, per i suoi canali e per la sua atmosfera quasi mistica. Una unicità che si (trans)porta in chi quella città si rappresenta. In chi ne incarna e ne vive lo spirito e l’essenza. Ed è forse in questo fil rouge che si spiega la capacità di dare qualcosa in più. La fede di un popolo e di un tifo, il legame creato con squadra e club, la volontà di credere nella possibilità di un percorso. Ed è questa l’immagine di e del Venezia. L’immagine di un ambiente che ha saputo compattarsi nonostante le difficoltà, dettate da ambizioni di classifica da far convivere con un mercato bloccato. E come in una famiglia la risposta è stata l’unione: la prestazione di Bolzano, l’abbraccio dei tifosi, la presenza di Antonelli al fianco di Vanoli in conferenza, la risposta dei leader dello spogliatoio. Già, i leader. Pohjanpalo, simbolo di questa squadra per carisma e gol. E poi c’è Zampano, riferimento per i compagni e come giocatore e come persona. Un gol e un assist, il numero 7 sulla schiena e un ruolo che va ben oltre l’essere un “solo” calciatore.
“Un ragazzo d’oro”. Chi lo conosce lo racconta così. Semplice e solare, uno di quei giocatori che vorresti sempre in uno spogliatoio. Perché a quello spogliatoio fa bene. Fa bene per la sua positività, la sua esperienza, il suo essere una guida per carisma e comportamento. Un esempio, e lo si è visto in queste ultime settimane. Alcune prove non positive, un periodo di difficoltà e la panchina di Parma. La risposta nella vittoria contro il Sudtirol. Un gol, un assist e una partita da protagonista su quella fascia sinistra, ora ancora più fondamentale con il passaggio al 3-5-2 deciso da Vanoli.
Ha da poco raggiunto le 400 partite tra i professionisti, anche se non sarà il suo traguardo più importante. A breve, infatti, Francesco diventerà papà. E chissà che questo anno non possa regalare un’altra grande gioia con la maglia del suo Venezia. Un pugno alzato verso i suoi tifosi, uno sguardo fiero e quella fascia percorsa con sacrificio: il “ragazzo d’oro” ha segnato.
E Zampano nel suo essere esempio di dedizione, attaccamento e sacrificio è forse una delle immagini più fedeli e nitide di questo Venezia e del momento che ha vissuto e vive la squadra di Vanoli. Le difficoltà dettate da un periodo di flessione in campionato e un mercato che, a differenza di altre avversarie, è rimasto bloccato per via di situazioni del passato e che ha visto l’addio di Johnsen. Una risposta arrivata sul campo e fuori. Una risposta di gruppo. Da una parte con una prestazione di carattere, segnata dalla voglia e dalla fame di tornare a essere protagonisti. Tornare a essere padroni del proprio destino e del cammino che si è tracciato. Dall’altra parte quel senso di unione dimostrato dall’ambiente nella sua totalità. La rinnovata vicinanza tra Antonelli e Vanoli, il legame tra la squadra e i suoi tifosi, la scelta di reagire. L’abbraccio finale, la personalità di Pohjanpalo, il pugno al cielo di Zampano. Il Venezia riparte… dal Venezia. Riparte dai suoi uomini e simboli, dai suoi tifosi, dal suo spirito. Riparte da sé stesso. La laguna è tornata a cantare.
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