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La pinna di Forte si rialza: il Venezia batte il Lecce 1-0

Una vittoria da grande squadra in una serata in cui, però, la palla non voleva entrare. E a farla entrare, alla fine, è sempre lui: Francesco Forte. Il Venezia batte il Lecce 1-0 per la prima volta in Serie B dal 1995 proprio grazie a un gol del numero 11, questa sera più che mai in versione trascinatore.

 

Dominatore assoluto, re dell’attacco arancioneroverde. Una rete che vale doppio: per il Venezia, che si aggiudica il primo pesantissimo round contro un Lecce dominato per lunghi tratti ma difficile da piegare; e, ovviamente, per lo stesso Forte, che vince, anzi stravince, lo scontro a distanza con Massimo Coda. A lungo i 2 sono stati testa a testa in cima alla classifica cannonieri di questa Serie B, poi finita definitivamente tra le mani del 9 giallorosso: 22 i gol a fine campionato contro i 14 del veneziano. Questa sera, però, ad alzarsi sopra il Pier Luigi Penzo è la pinna di Forte, con un gol su azione che mancava dal 9 febbraio, contro la Cremonese.

 

La giocata decisiva della partita arriva al 46esimo, dopo un minuto dal fischio d’inizio del secondo tempo, e porta la firma di 3 uomini chiave di questo Venezia: Aramu dalla destra vede e premia l’inserimento in area di Maleh. Il numero 29 non si guarda attorno, non pensa, agisce d’istinto. Basta un tocco all’indietro per mettere il pallone nella zona di Forte, che vede l’azione prima di tutti e si scaglia sul pallone: sinistro chirurgico che si insacca alle spalle di Gabriel. Un gol pesantissimo soprattutto per il morale dell’attaccante, che è corso verso la panchina alzando la sua pinna, sommerso dalla gioia dei compagni che si è preso sulle spalle. Letteralmente: perché la sua partita non si può ridurre al gol. 87 minuti di pressing e inserimenti, duelli coi centrali del Lecce, palloni protetti, puliti, gestiti. 

 

Una prestazione da leader di un Venezia a tratti straripante che non riusciva a trovare il modo di colpire un Lecce alle corde. Ci voleva un gol pesante, ci voleva il morso di uno squalo. Ci voleva lui. Per un Venezia che ora non vuole smettere di sognare. Sulle spalle del suo numero 11.

Redazione

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