Nuove bandiere su una mappa, nuovi talenti pronti a esplodere: il Venezia 2022-2023 è ancora un cantiere aperto, ma in vista della stagione del ritorno in Serie B si conferma un vero e proprio “melting pot” pronto a stupire.
Non sarà facile per gli arancioneroverdi ripartire dopo la dolorosa retrocessione dello scorso anno, che è stata accompagnata dalla separazione con l’allenatore protagonista della vittoria dei play-off, Paolo Zanetti. La proprietà americana, guidata dal presidente Duncan Niederauer, ha deciso di affidarsi a Ivan Javorcic per avviare un nuovo ciclo.
La stagione 2021-2022 del Venezia è stata quella del ritorno dei lagunari in Serie A dopo due decenni. Il girone d’andata è stato più che convincente: a impreziosirlo, la vittoria di prestigio del “Pier Luigi Penzo” contro la Roma (3-2). Completamente diverso il rendimento del ritorno, con la striscia di 10 sconfitte consecutive incassate fra il 27 febbraio e il 5 maggio. Nel frattempo, a fine aprile, era arrivato l’esonero di Zanetti, sostituito dall’allenatore della Primavera, Andrea Soncin. “Il Cobra”, come viene soprannominato l’ex attaccante dell’Ascoli, non è riuscito nell’impossibile impresa di risollevare nelle restanti 5 giornate di Serie A una squadra ormai sprofondata all’ultimo posto della classifica. Vana la vittoria in rimonta contro il Bologna (4-3): il Venezia retrocede aritmeticamente in Serie B il 14 maggio.
Il 9 giugno 2022, il Venezia ha annunciato ufficialmente il croato Ivan Javorcic, artefice della prima promozione del Sudtirol in Serie B, come suo nuovo allenatore. Giovane (43 anni) ma già provvisto di una certa esperienza (ha allenato in Italia anche il Brescia, la Pro Patria e il Mantova), l’ex centrocampista dell’Hajduk Spalato punta sul dominio del gioco, sulla conoscenza approfondita delle potenzialità dei suoi calciatori, sul ritmo e sull’intensità. Potrà partire da solide basi, dato che il Venezia di Zanetti aveva nell’attacco alla porta con tanti uomini, del pressing e degli scambi in velocità le sue caratteristiche distintive, valorizzate soprattutto al “Penzo”.
Ha deciso di imitare una mossa del moonwalk, il ballo del suo idolo Michael Jackson: Gianluca Busio ha fatto un passo indietro, accettando di scendere in Serie B insieme al suo Venezia. Ma per il centrocampista americano classe 2002 si tratta solo di un passo di rincorsa, verso palcoscenici più prestigiosi, in linea con le sue qualità e le sue ambizioni. Una rincorsa che il regista vuole fare con la maglia arancioneroverde cucita addosso, come dimostra il rinnovo fino al 2025 firmato pochi giorni fa. Busio ha raccontato che nella sua prima esperienza lontano da casa aveva pensato di mollare tutto; ora è un cittadino del mondo, che lontano dalla sua North Carolina ma più vicino che mai alle sue radici (il padre è originario di Brescia) ha trovato una squadra multietnica (si va dal surinamese Haps al finlandese Joronen, passando per l’Islanda, la Scozia e l’Irlanda) in cui si sente a casa. Le condizioni ideali per fare il salto di qualità, per diventare un punto di riferimento per il Venezia e per la nazionale a stelle e strisce.
Non solo il cambio in panchina e il riassestamento nella dirigenza (via il ds Collauto, ingresso in società per Cristian Molinaro): l’estate del Venezia ha visto transitare molti calciatori, sia in entrata che in uscita. Se n’è andato uno dei giocatori-rivelazione della passata stagione, Thomas Henry, che è stato sostituito da Andrija Novakovich, statunitense come Busio, che in tre stagioni in Italia, a Frosinone, ha messo insieme 101 presenze, 19 gol e 20 assist, e da Aaron Connolly, irlandese ex Brighton, un classe 2000 molto promettente. Un altro acquisto importante è stato il portiere finlandese ex Brescia Jesse Joronen, di sicura affidabilità. C’è curiosità anche per Facundo Zabala, esterno sinistro rosarino, arrivato dall’Apoel Nicosia, e per Magnus Andersen, centrale ex Nordsjaelland nel giro della nazionale danese. USA, Irlanda, Argentina, Danimarca: il Venezia è pronto a ripartire dalle stesse basi dell’anno scorso, un caleidoscopio di etnie, culture, nazionalità; questa volta per aprire un nuovo ciclo, per tornare a riveder le stelle. Leggi anche – La nuova Serie B: Cittadella pronto a sorprendere ancora
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