Nel calcio la testa fa sempre la differenza, anche più delle gambe. Si hanno infiniti casi di giocatori talentuosi che non sono riusciti a diventare grandi per dei limiti comportamentali, o ancor di più per problemi extracampo. Uno di questi è certamente Andy Van der Meyde: l’olandese, passato anche dall’Inter, in un’intervista a Prime Video ha confessato di aver passato un momento della propria vita più che buio tra droghe e non solo, rischiando addirittura la morte.
L’ex attaccante ha rivelato: “La mia carriera è finita quando sono andato all’Everton. Ho fatto tantissime cavolate, lì è crollato tutto. Mi sono costruito una seconda vita, tradivo mia moglie, ho lasciato i miei figli per un’altra. Non mi perdonerò mai ed è solo colpa mia. Uscivo tutte le sere a bere fin quando l’alcool ha smesso di fare effetto, e da lì sono passato alle droghe. Facevo uso di cocaina, non ero più me stesso.
Ho iniziato ad avere problemi anche con l’allenatore e intanto mia figlia era in ospedale. Una volta sono rimasto in piedi due notti consecutive per colpa della cocaina. Lì ho capito che dovevo fare qualcosa. Ho chiamato il mio agente e gli ho detto ‘Devo andarmene da qui o morirò’“.
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