Gabriel Paulista non riesce a trattenere le lacrime. Non ci riesce perché sa quanto è importante vestire la maglia del Valencia. Sa quanta storia e quanta passione c’è tra le mura dello stadio Mestalla. Davanti a quegli spalti, una volta gremiti di tifosi, sono cresciuti giocatori del calibro di David Silva, Juan Mata, David Villa e Jordi Alba. Quando si pensa al calcio spagnolo, dopo il Barcellona e il Real Madrid, c’è il Valencia: 6 campionati spagnoli, 8 coppe del Re, una Coppa Uefa e per due volte anche finalista in Champions League. Le lacrime del difensore dopo il 3-0 contro il Getafe hanno un peso, e partono da lontano.
Un anno fa il Valencia giocava gli ottavi di finale in Champions League contro l’Atalanta, e oggi si ritrova a soli sei punti dalla zona retrocessione in Liga. Dal doppio confronto contro la squadra di Gasperini, il Valencia non si è più ripreso: dopo il lockdown sono arrivate solo 9 vittorie in campionato, tra l’altro distribuite in due stagioni. Oltre a questo, si aggiunge l’amarezza del fatto che i Blanquinegres sono ancora i detentori della Coppa del Re.
Un declino inesorabile, tre allenatori in un anno e mezzo e un pianto che uno dei leader del gruppo non riesce a nascondere.
“Un anno fa giocavate la Champions, ora siete nella lotta per non retrocedere”.
“È un duro colpo sentirlo dire per una grande squadra come il Valencia. Ma dobbiamo uscire da questa situazione”.
Occhi lucidi e una situazione paradossale per l’ex Arsenal, che dopo aver lasciato la postazione dell’intervista, è rimasto a lato del campo con la testa nascosta nella maglietta per asciugarsi le lacrime.
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