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Giapponesi ma con DNA… tedesco: alla scoperta degli Urawa Reds, che sfidano il City

I legami tra calcio tedesco e calcio giapponese affondano le radici negli anni Settanta. Il pioniere si chiama Yasuhiko Okudera: ha giocato nove anni tra Colonia, Hertha Berlino e Werder Brema, segnando ben 26 gol. 

Nei successivi cinquant’anni, sono molti i giocatori arrivati in Bundesliga direttamente dal campionato giapponese. La dedizione giapponese da un lato e dall’altro la propensione dei club tedeschi a guardare altrove rispetto, per esempio, al mercato sudamericano, hanno fatto la differenza. Ma gli Urawa Red Diamonds hanno inaugurato un nuovo tipo di “collaborazione”, invertendo la direzionalità di questo vero e proprio scambio culturale. 

L’allenatore Maciej Skorza

Mondiale per club, alla scoperta degli Urawa Red Diamonds

La squadra che sfiderà il Manchester City nella seconda delle semifinali del Mondiale per Club 2023 è cresciuta a livello continentale proprio grazie all’apporto di allenatori tedeschi. Da Guido Buchwald, ex difensore centrale della nazionale, a Holger Osieck, assistente di Beckenbauer a Italia ’90 col quale è arrivata la prima storica partecipazione al Mondiale per club nel 2007. All’epoca gli Urawa Reds sfidarono il Milan, e persero solo 1-0 con un gol di Clarence Seedorf su invenzione di Kakà. 

Gli Urawa Reds, il cui nome completo è “Urawa Red Diamonds”, sono il club dell’azienda elettronica Mitsubishi, fondato per la prima volta nel 1950. Hanno vinto quattro campionati giapponesi e tre AFC Champions League, la massima competizione asiatica. L’ultima volta nel 2022-2023, quando hanno sconfitto in finale l’Al Hilal di Marega, Ighalo e Ramon Diaz. 

Oggi l’allenatore è il polacco Maciej Skorza, un passato da vice della sua nazionale, con trascorsi in Arabia (Al Ettifaq) e nelle selezioni giovanili emiratine. La stella è Hiroki Sakai, difensore trentatreenne con esperienza in Champions, Ligue 1 (Marsiglia) e (guarda caso) Bundesliga, con l’Hannover. Sono arrivati in semifinale eliminando i messicani del Leòn a sorpresa, con un gol di Alex Schalk, attaccante olandese di 31 anni. Pep Guardiola ha detto di loro: “Non li conosciamo, devo essere onesto. Sarà difficile batterli“. In tanti hanno pensato alla solita pretattica: presto sapremo se aveva ragione. Leggi anche – Mondiale per club, Fluminense prima finalista 

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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