All’ultimo respiro, undici metri di felicità Lapadula: eccolo il regalo di Natale di Marassi, tutto a tinte rossoblu. Uno a zero Genoa, Benevento ko e Grifone che torna a vincere in casa: primi tre punti della stagione in campionato davanti ai propri tifosi, 2-1 col Torino di fine maggio l’ultimo successo di Laxalt e compagni. A mettere piede e firma su di una vittoria importantissima nella corsa alla salvezza Gianluca Lapadula: cinque mesi dopo il suo arrivo a Genova, due infortuni e tanta, tantissima sfortuna dopo. Preparazione saltata completamente, una distorsione al ginocchio a complicarne la strada verso il recupero e lunghe, lunghissime giornate di lavoro a Pegli, alla ricerca della forma migliore.
Oggi, la seconda rete (decisiva) dopo quella del pareggio con la Roma ancora, a risolvere un match bloccato fino all’ultimo contro un buonissimo Benevento, e a portare i primi tre punti al Ferraris del Ballardini 3.0: game over, 1-0 a Marassi. Nel segno di quel ragazzo partito da Torino – poster di Del Piero appeso in camera – e sbarcato a Genova passando per Vercelli, Ivrea, Parma, (Atletico) Roma, Ravenna, San Marino, Cesena, Frosinone, Nova Gorica, Teramo (con tanto di proposta di matrimonio – accettata – allo stadio alla fidanzata a fine partita davanti a tutto il pubblico), Pescara e Milano: tanta gavetta, tantissime piazze, altrettante categorie.
Dalla Lega Pro alla Serie A, passando per una B vissuta da protagonista assoluto maglia del Pescara sulle spalle e un’estate (l’anno scorso) da vero e proprio oggetto del desiderio di mercato: tra le pretendenti, anche il Genoa, a più di un passo, documenti già pronti e quell’sms a Preziosi. ‘Presidente mi dispiace, ma non posso dire di no’ (al Milan): la prima stagione in A in rossonero e poi lo sbarco a Genova, questa volta per davvero. È lo scorso luglio: obiettivo e compito, quello di non far rimpiangere il Cholito Simeone. A rallentare la tabella di marcia di ‘Sir William’ Lapadula la fascite plantare prima e il trauma distorsivo al ginocchio sinistro con lesione del legamento collaterale interno di Udine poi. Strada da subito in salita, che il combattente Gianluca affronta testa bassa e tanto, tantissimo lavoro tra Chiavari e Pegli, mirino puntato sul ritorno in campo: a San Siro, contro il ‘suo’ Milan.
Ultimo punto del Grifone targato Ivan Juric. – esonerato e sostituito da Ballardini dopo la sconfitta nel derby – Allenatore croato al quale ‘Lapa’ non ha mancato di riservare un pensiero in occasione della prima rete rossoblu alla Roma: “Questo gol lo volevo dedicare a Juric e al suo staff, che non ho potuto aiutare per i tanti problemi fisici avuti in questo inizio di stagione”. Testa al futuro, senza però dimenticare il passato: perché Gianluca oltre ad essere un grande attaccante è anche un bravo ragazzo, semplice, che non ha mai dimenticato da dove è partito. I primi calci ad un pallone in bianconero, il passaggio al Rivoli Collegno. E poi Treviso, Pro Vercelli. Valigia sempre pronta, il fiuto del gol (quasi) sempre dietro: con Ivrea, Parma, Atletico Roma e Ravenna poche le occasioni per mettersi in mostra, le marcature nulle. Col San Marino la prima vera stagione da protagonista, ventiquattro i gol e titolo di capocannoniere nella seconda divisione in Lega Pro.
Le esperienze a Cesena e Frosinone sono ancora più nubi che luce, è tempo di cambiare. Ancora. Per ritrovarsi da combattente qual è, – è il fratello Davide, postino ma attaccante in eccellenza, a dargli il soprannome ‘Sir William’, per l’amore per il film Braveheart e lo spirito da combattente – lontano da casa, in Slovenia. Il resto è storia nota: la bella stagione al Teramo, l’esplosione a Pescara. L’occasione Milan e ora il Genoa: tra l’attesa del miglior Gianluca in campo e le voci di un futuro già lontano da Genova, dopo appena sei mesi dall’arrivo in rossoblu: “Lapadula ad Udine? Oddo voleva venire qui ad allenarlo, Gianluca resta qui” il Perinetti pensiero. Tra campo e mercato, pronto a cominciare: ma ora a parlare è solo il prato del Ferraris. Cinquantacinque minuti visti dalla panchina, poi l’ingresso in campo al posto di Rigoni: il fallo di Belec in area e quell’urlo (lunghissimo) di liberazione sotto alla Nord. Bacio al braccio sinistro, quello con Sir William Wallace tatuato sopra: cuore impavido, che non molla mai. Come quello di Gianluca ‘Sir William’ Lapadula, testa bassa a lavorare per ritornare il ‘Lapa’ migliore. Oggi con un regalo da tre punti sulle spalle: quello scartato sotto alla Nord, tutto per il Genoa. Tornato a vincere in campionato nel Ferraris rossoblu.
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