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Under 21, Locatelli lancia Italia-Svezia: “Testa e cuore, anche noi in campo domani a San Siro. Bonucci? E’ un leader e lottatore”

A due giorni dalla sfida con la Russia a Frosinone, ha parlato in conferenza stampa Manuel Locatelli. Tanti gli argomenti trattati dal centrocampista rossonero, dalla Nazionale U21, al Milan. Toccando anche la Nazionale A impegnata domani nella sfida fondamentale con la Svezia. Da milanista sa chi guiderà la riscossa azzurra: “Bonucci è un leader e un lottatore. Domani sarà in campo. Noi saremo con loro a San Siro. Sarà difficile, i tifosi ci spingeranno, ma in campo vanno i giocatori”.

Ieri Sandro Pochesci, allenatore della Ternana, ha sparato a zero sul movimento del calcio italiano. Locatelli non ha voluto commentare le parole dell’allenatore, “non entro nel merito, non sono un allenatore”, ma da giovane calciatore ha una sua idea chiara del movimento: “I giovani ci sono in Italia e vengono allenati bene. Basta dargli le opportunità. Oriundi? Chiunque si sente italiano deve giocare con la Nazionale”. Le colpe, se così si può dire, secondo il centrocampista del Milan vanno cercate altrove. Non nei giovani che non giocano, non nella grinta. La Germania è l’esempio maggiore. Un campionato senza limitazione di stranieri e un movimento calcistico florido. Giovani, forti e vincenti. Ogni generazione, ogni biennio.

Milan, il suo grande amore. Lui e Cutrone, gemelli del gol. Il primo assite, il secondo finalizza: “Quando sono stato chiamato in causa ho dato sempre il massimo, nell’ultima partita il mister mi ha dato fiducia e sono contento. Era importante vincere con il Sassuolo perchè dà fiducia. Cutrone? SIamo amici da una vita, condividiamo la camera insieme sia al Milan che in Nazionale. In campo poi ci troviamo a meraviglia. Siamo cresciuti insieme e insieme abbiamo fatto i passi avanti che ci hanno portato fino a qui”: Un cammino che tra qualche anno potrebbe portarli fino in Nazionale A. Per dare quel ricambio giovane che tarda ad arrivare.

Marco Juric

Aspirante scriba, si avvicina al calcio giocato grazie alla chioma fluente di Giovanni Cervone. Folgorato dalla prima autobiografia di Roy Keane, non si innamora del Manchester United, ma del Nottingham Forest. Dopo i primi trent’anni di osservazione partecipante, ha deciso di passare gli altri trenta che gli rimangono a scriverne.

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