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Una lotta ideologica in città: Amburgo contro St. Pauli per la prima volta in seconda serie

Dopo otto anni Amburgo e Sankt Pauli sono tornate protagoniste in un derby. Per la prima volta nella seconda serie. Per questo, dopo la storica retrocessione degli ‘irretrocedibili’, l’appuntamento era segnato con il pennarello rosso sull’agenda del St. Pauli. Grande tensione nei giorni scorsi, aspettative (forse eccessive) e timori che – alla fine, sul campo – si sono tradotti in un pareggio per 0-0.

Le due squadre hanno scritto una nuova pagina della battaglia ideologica che le vede coinvolte dagli anni ’80. Perché quello tra l’Amburgo – oggi padrone di casa – e il Sankt Pauli è molto più di uno scontro di 90 minuti. La ‘partita’ dura tutto l’anno perché in questo caso la rivalità è politica. Ideologica. Basti pensare che quello in cui è nato il St. Pauli è un quartiere povero, indomabile e rivoluzionario. Ben presto i suoi tifosi hanno iniziato a prendere le distanze dal nazismo dilagante in Germania (e nelle curva dell’Amburgo soprattutto).

Così il Sankt Pauli ha creato la sua identità che nella sua storia ha finito per rafforzarsi e accogliere un numero sempre crescente di tifosi che condividevano le idee antirazziste, anti-omofobiche e antifasciste. Scatenando le ire dei tifosi avversari – noti esponenti neofascisti. Il campo spesso ha dato ragione all’Amburgo (che in questo inizio di stagione però è stato spesso schiacciato dalle pressioni per le attese di un ritorno immediato un Bundesliga). Fuori dal terreno di gioco i problemi di ordine pubblico non sono mancati.

Dopo anni più pacifici, dovuti alla militanza nelle serie minori da parte del St. Pauli, il problema scoppiò (letteralmente) nel 2010. Nella partita di andata di quel campionato la tensione si riaccese ma esplose solo in occasione del match di ritorno – sospeso per pioggia. All’uscita dallo stadio, gli ultras dell’Amburgo con alcuni teppisti di altri club, attaccarono i fan del Sankt Pauli e distrussero il Jolly Rogers, uno dei loro più famosi punti di ritrovo. Feriti, arrestati e parte della città seriamente danneggiata.

L’ultimo confronto extra-campo risale al 2014. Altri scontri durante i festeggiamenti per la vittoria della Germania del mondiale in Brasile. Il Bar Shebeen di Amburgo divenne il luogo in cui scoppiò ancora la battaglia. Agli insulti razzisti seguì un vero e proprio attacco da cui i tifosi del St. Pauli – in minoranza – cercarono di salvarsi scappando. Per questo la sfida di oggi era comprensibilmente accompagnata da timori e preoccupazioni.

Due ideologie così forti, due club tanto diversi da non riuscire a convivere pacificamente nella stessa città. Ancora violenti scontri prima della gara di oggi, con la polizia a cercare di rimettere a posto le cose. I lacrimogeni con cui i tifosi del St. Pauli (noti anche come ‘i Pirati’) sono stati “accolti” hanno da subito lasciato intuire che il pomeriggio non sarebbe stato dei più semplici. Così, ancora una volta, a far parlare del derby di Amburgo – per la prima volta nella seconda serie – è stato il clima difficile in cui si è giocato. Il campo, invece, ha regalato uno 0-0 figlio anche della paura che si respirava sulle tribune e nei pressi del Volksparkstadion.

Marta Fornelli

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