Un brasiliano a Cittadella. “Eccolo lì”. Con la ’10’ sulle spalle, ovviamente. Lo si riconosce dal tocco, dall’intuizione tra le linee. Ma non dal cognome, tutto veneto: Chiaretti. Perché destino ha voluto che “i miei trisavoli fossero di… Padova” ci svela lui in esclusiva su Gianlucadimarzio.com, Lucas. Che ha sempre avuto un pallone tra i piedi, da buon brasiliano che si rispetti (è anche molto religioso, ovviamente). “Sono entrato nel Cruzeiro a soli 8 anni, ho giocato con Jonathan e Nenè”. Due conoscenze del campionato italiano.
Dribbling, filtranti, tiri a giro. Tra i mobili di casa, giù in strada, al campo e pure in spiaggia. “Una delle mie più grandi passioni è il footvolley, l’ho praticato anche in Italia, recentemente, quando giocavo a Pescara”. Ma Lucas ha fatto innamorare Cittadella con due scarpini addosso, con tanto di tacchetti sotto: contro la Pro Vercelli anche il suo primo gol in Serie B. “Già, che emozione! Finalmente…”. Tono liberatorio, il motivo è chiaro. “Questa categoria non me la sono mai vissuta davvero, per colpa degli infortuni, gravi, che mi hanno sempre perseguitato. Mi sono persino rotto di 8 millimetri il tendine rotuleo”.
Lucas Chiaretti sfoglia l’album dei ricordi e parte dal momento più dolce: “Sono stato in panchina in un Pescara-Inter di qualche anno fa”. Ma la sua occasione non è mai arrivata, nonostante chi credesse fortemente nelle sue qualità fosse un certo Zdenek Zeman: “Era stato lui a scegliermi per giocare in Serie A! Mi aveva cercato già a gennaio, in una squadra che aveva già Insigne, Immobile, Verratti. Ma io in quel momento non potevo lasciare Taranto. A fine campionato però firmai già prima delle vacanze”.
La fortuna non gli è mai stata troppo amica e qualcosa andò storto. “Prima Zeman se ne andò alla Roma, e poi l’infortunio…”. Lucas lascia l’Italia per tornare in Brasile, al Bragantino: riabilitazione, corsa, allenamento. Tenacia. E sorriso che non va mai via. Per tornare in Italia più forte di prima: adesso Cittadella se lo gode. La prossima domanda arriva improvvisa e inattesa. “Tornare in A con questa squadra?!”. Chiaretti sospira e si fa sfuggire un ‘magari’ ma resta con i piedi per terra: “Prima la salvezza”. Però giusto “crederci, sempre”.
Un brasiliano a Cittadella, dopo aver giocato persino in… Giappone! “Già! E ti dirò di più, in Giappone ci sarei rimasto a vita. Purtroppo il cartellino non era di proprietà del Gamba Osaka. Di quel paese ho amato il modo rispettoso di porsi, anche nei confronti degli stranieri. E sono molto disciplinati”. Adesso l’Italia nel suo cuore. “Mi piace tutto, dal cibo alla moda. Ascolto anche molta musica italiana”. Ma l’idolo di sempre, non può essere che brasiliano. “Ehm… non proprio” mugugna lui. Lucas Chiaretti: brasiliano, con un cognome veneto. E un modello argentino. “Messi è Messi, un marziano”. Che crede nelle favole. E vive per realizzare la sua, quella di tutti i suoi compagni: giocare in A con il Cittadella.
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