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Umiltà e spirito di sacrificio. Crotone, è Trotta l’uomo in più

Se è vero che dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, è altrettanto vero che dietro ogni grande bomber c’è sempre un compagno di reparto che si sacrifica e si mette al servizio della squadra per far girare tutto alla perfezione. Prendiamo il Crotone di Nicola ed il suo magic moment. Tra il finale miracoloso della passata stagione e l’inizio di questa, infatti, in copertina ci sono finiti di diritto Diego Falcinelli e Ante Budimir. Ma qual è il minimo comune denominatore tra i due attaccanti? Facile, Marcello Trotta. Lui è l’anello di congiunzione tra questa stagione e quella passata. Lui che ai gol preferisce i movimenti e il sacrificio per la squadra. Eppure di reti ne sono arrivate due consecutive nelle ultime giornate, contro Fiorentina e Bologna. Entrambe decisive per portare a casa 6 punti preziosissimi. Ma non solo.

Trotta è sinonimo di lavoro sporco, di umiltà e di spirito di sacrificio. Si sposa alla perfezione con qualunque compagno di reparto perché sa muoversi e sa aprire gli spazi giusti. I numeri sono dalla sua parte. Nelle otto presenze di quest’anno ha già collezionato 2 gol e 3 assist, tutti decisivi ai fini della classifica. Sì, perché ogni qual volta è entrato in un’azione da rete, il Crotone ha portato a casa dei punti (tre vittorie e un pareggio).

Ma il sacrificio per Trotta è sempre stato parola chiave nella sua carriera. Prima la scelta di lasciare il settore giovanile del Napoli a 16 anni per volare in Inghilterra (nel Manchester City), poi quella di compiere il percorso inverso scegliendo l’Avellino con l’obiettivo di conquistare una maglia azzurra all’europeo Under 21 del 2015. Tutte scommesse vinte da Marcello che in quella stagione vide sfumare il sogno promozione in serie A per questione di centimetri. Quelli della traversa della porta di Bologna che negarono a lui e al suo Avellino di completare la cavalcata dei playoff.

La serie A l’ha conquistata da solo, prima con il Sassuolo e poi il Crotone. In Calabria adesso è di casa e dopo essere stato protagonista del miracolo del maggio scorso, adesso punta a centrare una salvezza tranquilla. Come? A suon di gol, ma non solo. Perché il marchio di fabbrica di Marcello Trotta è lo spirito di sacrificio e la voglia di aiutare i compagni.

Bruno Majorano

Laureato in giurisprudenza ma più o meno giornalista sportivo. Perché al diritto penale preferisco quello di Djokovic. Perché alle sanzioni civili preferisco quelle del giudice sportivo. Perché basta che in campo ce ne siano 22 e tutto il resto viene dopo. Pubblicista dal 2010, professionista dal 2013 e “calcista" dal 1988. Se volete sapere qualcos'altro su di me seguite quello scrivo. Non sempre ho ragione, ma provo a raccontare la verità. Provo a farvi guardare il mondo del calcio dal un'altra prospettiva: con i miei occhi, nonostante i quasi 9 gradi di miopia, ma con un paio di lenti a contatto e all’occorrenza anche un paio di occhiali di sole. Ho sentito dire che “Scrivere è sempre meglio che lavorare…”, aggiungo che scegliere come hobby il proprio lavoro è la cosa più gratificante che si possa fare nella vita. Per gianlucadimarzio.com mi trovate un po' ovunque. Ah, un avviso ai naviganti: non prendetemi troppo sul serio!

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