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Champions League, gli ottavi si giocheranno negli stadi delle squadre in casa

La Uefa ha deciso: le restanti gare degli ottavi di finale di Champions League si giocheranno negli stati delle squadre di casa. La decisione è stata presa al termine del comitato esecutivo che si è svolto nella giornata di oggi. L’ultimo dubbio è stato quindi sciolto. Si lavorava per capire se fosse meglio far disputare le gare tutte in Portogallo o, come deciso, negli stati di casa.

PSG, Atlético, Lipsia e Atalanta hanno già staccato il pass per i quarti, rimangono quindi quattro partite per cmpletare il quadro del turno successivo: Juventus – Lione (0-1), Manchester City – Real Madrid (2-1), Bayern – Chelsea (3-0), Barcellona – Napoli (1-1). Dai quarti alla finale si giocherà invece in portogallo, coem reso noto dall'Uefa: "La UEFA Champions League 2019/20 è ferma da mercoledì 11 marzo a causa del virus COVID-19 – si legge nel comunicato – Il 17 giugno è stato annunciato che quarti di finale, semifinali e finale di questa stagione si giocheranno con un torneo a eliminazione diretta a Lisbona, Portogallo, in agosto. Tutte le sfide saranno su gara unica e verranno divise tra l’Estádio do Sport Lisboa e Benfica del Benfica (che ospiterà la finale) e l’Estádio José Alvalade dello Sporting CP".

Le gare restanti degli ottavi di finale di Champions si giocheranno quindi a Torino, Manchester, Barcellona e Monaco. Per quanto riguarda l’Europa League invece, come risaputo, Inter e Roma si giocheranno il passaggio del turno in gara secca in Germania.

Tutte le gare di Champions League si giocheranno a porte chiuse come fatto sapere dall’Uefa: “Le partite si disputeranno a porte chiuse fino ad ulteriore comunicazione. Numerosi elementi sono stati presi in considerazione dalla UEFA nel prendere questa decisione, come la tutela della salute di tutte le persone coinvolte dalle partite e del pubblico in generale, la responsabilità di far disputare gli incontri in un contesto il più sicuro possibile per garantire il prosieguo della competizione e la volontà di garantire l'equità sportiva in un contesto variegato (alcuni paesi hanno consentito l'accesso del pubblico negli stadi, mentre altri no)”.