Il ritorno di Simone Scuffet. Il portierino friulano, dopo la stagione in prestito a Como, è tornato titolare in serie A con la maglia dell’Udinese: terza presenza stagionale. Prima di quest’anno l’ultima da titolare risaliva al maggio del 2015. E pensare che a 17 anni, nel febbraio del 2014, Simone era già tra i pali dell’Udinese, con l’etichetta di nuovo Buffon. Adesso riparte.
“Parata su Iago Falque? E’ stato l’intervento più difficile della partita e il più importante” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Ero coperto, vedevo poco, l’ho messa in angolo. Rientrare è stata dura, soprattutto a Pescara quando sono entrato per sostituire Karnezis a 11 minuti dalla fine. Ero freddo. Delneri mi ha dato fiducia e me l’ha fatta sentire per tutta la settimana. Mi ripeteva che avrei fatto bene. Percepisco in lui grande umanità e grande friulanità. In alcune cose lui e Guidolin sono simili. Hanno la stessa voglia di lavorare, di imparare, di insegnare e fanno tutto con grande umiltà. Ogni tanto sento Guidolin. Gli devo tutto, è stata la persona più importante per me. Soprattutto per il coraggio che ha avuto quella sera a Bologna e per il coraggio che ha mostrato confermandomi fino alla fine”.
Rapporto con i compagni: “Mi incoraggiano. Con Danilo avevo giocato nell’Udinese per cui tifo, da vero friulano. Karnezis mi riempie di consigli. E io cerco di rendermi utile parlando molto con la difesa. E’ un metodo utile perché tieni alta la tensione. Parlo pure a palla lontana. Così sto più attento alla gara e non perdo mai la concentrazione. Ho imparato tante cose. E’ stato utile andare a Como e lo ribadirò sempre. Non è stato un passo indietro. Ho giocato 35 partite, sono tante. Mi sono allenato bene e responsabilizzato di più. Io Meret e Cragno? Sicuramente abbiamo avuto un certo impatto mediatico con le nostre storie, quindi maggiore visibilità. Io l’unica cosa che posso dire è che è fondamentale giocare. Bardi sta giocando a Frosinone, è bravo. La scuola italiana si conferma ottima. Magari tra un po’ si riparla di lui”.
Su Donnarumma: “Paragoni non ne faccio. L’ho avuto in due tre raduni azzurri e ho visto che è un ottimo portiere, rapido, esplosivo, molto bravo tecnicamente. Meret? Lo conosco da una vita. Siamo amici, sta facendo bene a Ferrara. Udine è una buona palestra, segnatevi il nome di Perisan, pure lui è bravissimo. Cosa farò se Karnezis rimane a Udine? Mi ripeto: la cosa più importante è giocare. Due anni senza farlo sono stati pesanti. Ho un contratto fino al 2019, mi assiste Claudio Vagheggi, ma non c’è fretta di firmare un rinnovo. Devo lavorare e basta, e farmi trovare sempre pronto. Il sogno è la fase finale dell’Europeo Under 21. Ho giocato con la Spagna, in amichevole a Roma, è stato tutto meraviglioso. Sarebbe bello farcela, ma anche quella con l’Under 20 è una grande esperienza”.
Handanovic, il modello: “A me piace per la mentalità che ha, per come attacca la palla. Sempre. Ragiona in anticipo ed è protagonista nell’azione, non subisce e basta. Tra gli stranieri mi piace Szczesny, sta facendo una stagione davvero straordinaria. Lui mi ha colpito più di tutti”. Di Natale il primo a “testarlo”: “Quanti soldi mi ha portato via? Per fortuna non ho mai scommesso, altrimenti sarei in strada a chiederli i soldi. Uno come lui non c’è più. Ma Jankto ha un tiro pazzesco e il gruppo c’è. Grazie a Delneri ora giochiamo bene, muovendoci tantissimo. Ci ha insegnato i valori, valori friulani, quelli con i quali sono cresciuto io qui”.
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