Lagos, Milano, Inghilterra. In linea d’aria sulla cartina basta scorrere con il dito in verticale. Ma non è stato così semplice per Jesurun Uchegbulam. Scappare sempre per un futuro migliore. Classe 2001, era arrivato da piccolo in Italia dalla Nigeria insieme ai suoi genitori. La salvezza la trova nel calcio, e non con una squadra a caso. “Crescere in un settore giovanile come quello del Milan è il sogno di ogni bambino che giocava a calcio“. Ma la favola sembra interrompersi quando è costretto a fuggire ancora, questa volta dalla crisi economica. L’Inghilterra come nuova casa, e il calcio come rifugio.
Da calciatore cresce nel Regno Unito, ma non dimentica il Milan. “La squadra era piena di talenti. Quel periodo è stato memorabile”. Non può essere altrimenti quando da difensore centrale segni oltre 100 gol. “Avevo un grande fiuto per il gol. Infatti con il tempo sono diventato un’ala. Ero anche il capocannoniere per la mia fascia d’età“. Risultati che porteranno la sua U13 a giocare a San Siro il derby con l’Inter. “È stato emozionante ma anche un po’ nervoso, non puoi giocare in questo tipo di stadi in tutta la tua carriera. Mi ritengo molto fortunato ad averlo fatto“.
Catapultato nel sogno del Meazza, la realtà lo riporta a terra. “L’economia era in tracollo e tante persone perdevano il lavoro, tra cui mio padre. Perciò con la mia famiglia abbiamo deciso di andare in Inghilterra“. Arrivato ad Harpurhey, Greater Manchester, lo nota subito l’Everton. “Il mio periodo all’Everton è stato bellissimo. Mi sono divertito molto ed è stata un’esperienza preziosa. Ho giocato e mi sono allenato con giocatori che ora si sono fatti un nome nel calcio inglese come Anthony Gordon (ora al Newcastle, ndr). Dei miei compagni era stato il primo ad affermarsi tra i grandi”.
Nel momento in cui stava cercando di ricostruire la sua carriera nel nuovo Paese, una notizia dalle visite mediche con i Toffees sconvolge ancora una volta la sua vita. “Ho dovuto fare un intervento ai reni e quello che avevo lì mi stava causando problemi cardiaci. Non è stato facile per me da così giovane sapere che avrei dovuto affrontare tutto questo”. Stavolta però non scappa. “Le cose nella vita non vanno sempre lisce. Ho capito che dovevo riprendermi“.
E lo fa dal basso. Prima il Mossley, poi il Matlock Town, entrambe nella Northern Premier League (l’equivalente inglese della nostra Promozione, ndr). Nella scorsa estate arriva la chiamata del Chesterfield, storico club inglese con alle spalle una semifinale di FA Cup. “Essere in questo ambiente giorno dopo giorno è surreale, una vera benedizione. Il club si è preso cura di me. Spero di poterlo ripagare riportandolo dove merita”. Attualmente la squadra milita nella National League (Eccellenza, ndr).
Jes però punta in alto. “Voglio restare in Inghilterra, non vedo perché non posso giocare ai massimi livelli e per questo so che devo lavorare sodo giorno dopo giorno. Il mio sogno è giocare in Premier League”. D’altronde il destino è in debito con lui.
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