Tutto solo per lei… Quella medaglia d’oro.
Millequattrocento minuti giocati in estate, 47.700 miglia percorse in aereo.
Dall’Europa, tra Inghilterra e Russia, agli USA fino alla sua Asia.
L’estate di Son Heung-Min è stata più calda che mai, tra il Mondiale – e le lacrime per la vittoria sulla Germania che comunque non è bastata – e gli Asian Games che hanno regalato a lui e alla Corea del Sud calcistica la libertà di evitare i due anni di leva obbligatoria.
Otto partite in 26 giorni e alla fine? La medaglia d’oro.
Adesso Son è tornato a Londra ed ha ripreso ad allenarsi insieme al resto dei compagni agli ordini di Pochettino.
“Penso che questa estate sia stata come tutte le altre, a parte il fatto che ho dovuto viaggiare molto. Ho sempre voluto giocare molto e non sono mai l’unico che gioca così tanti minuti”, ha dichiarato dopo lo 0-0 contro il Cile di martedì scorso.
Ma il motto è uno solo: “La fatica è una scusa”.
“Quando gioco per il mio paese, non prendo mai un match sottogamba. Sono un professionista, non posso affrontare una gara alla leggera”.
Adesso dunque Son è di nuovo a disposizione di Poch. ‘Arruolabile’ sì, ma per il suo Tottenham a partire dal prossimo impegno di Premier League contro il Liverpool.
“Mi è mancata la mia squadra, sono felice di giocare ancora in questo campionato”. Può dirlo forte Son che è rimasto alla sua vita, in Inghilterra, al Tottenham, nel calcio europeo. Tutto grazie a quella medaglia d’oro.
Ed anche lui lo sa: “Questo è solo l’inizio”.
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