Portiere per 90 minuti, ultras al triplice fischio. Una delle note più liete del Frosinone di Grosso è sicuramente Stefano Turati, estremo difensore classe 2001 di proprietà del Sassuolo arrivato in Ciociaria la scorsa estate. Capacità, personalità e quel pizzico di follia che per uno che fa il suo ruolo non deve mai mancare. Se i giallazzurri sono da diverse settimane in testa alla classifica gran parte del merito è anche il suo, che si è integrato alla perfezione con l’ambiente.
“Sto davvero bene, ho avuto la fortuna di incontrare un gruppo incredibile – racconta sulle pagine di gianlucadimarzio.com. Non mi era capitato spesso di arrivare all’allenamento tre ore prima pur non dovendo fare nulla di particolare e andare via 2 ore e mezzo più tardi per trascorrere più tempo con i miei compagni. Passo da momenti di super positività ad altri più malinconici, perché è come se stesse finendo qualcosa di unico, irripetibile”.
Irripetibile, appunto. Con il Frosinone che è in testa alla classifica di Serie B da 24 giornate consecutive e che vede il traguardo promozione a un passo. Un’alchimia, una coesione e un’unità di intenti che ha reso grande la squadra di Grosso: “Credo che tutto questo sia stato possibile grazie ai calciatori che hanno più esperienza, perché siamo una squadra molto giovane. Lucioni, Sampirisi, Garritano, Cotali, Insigne e tutti i più esperti sono riusciti a incastrare un gruppo di 25 personalità diverse, onestamente non so spiegare neanch’io come sia stato possibile. Sono sempre loro i primi a scherzare, mi sento come se stessi a Gardaland tutti i giorni”.
La sensazione che potesse essere un’annata speciale, però, Turati l’ha avuta fin dai primi giorni in Ciociaria: “Quando sono arrivato in ritiro avevo intravisto che la squadra era competitiva anche se mancava ancora qualche pezzo. Sentivo qualcosa di strano, ero convinto al 100% che ce la saremmo giocata. Già in ritiro si era creato un clima diverso, non so neanche spiegarti perché. Hai presente quando conosci la tua ragazza e provi sensazioni diverse rispetto alle altre? Anche se magari sono più belle, però con lei provi delle emozioni incredibili. Mi sentivo così”.
E quando gli chiediamo di indicare il punto di svolta della stagione, Turati non ha dubbi: “La gara di andata a Venezia. Eravamo convinti di essere forti, ma mancava quella partita che ci trasmettesse fiducia e consapevolezza nei nostri mezzi”. Una forza che è stata poi confermata dai numeri, con la miglior difesa del campionato e 19 clean sheat per il portiere… che alcune giornate le ha vissute da spettatore non pagante: “Ricordo una serie di partite che è stata devastante, perché per due o tre giornate non ho dovuto fare niente – ricorda ridendo. Per un portiere è molto più difficile giocare match così rispetto a quelli in cui sei sempre impegnato, ma è anche questo mi è stato di aiuto: ora so cosa provano i portieri delle big di Serie A che toccano 3 palloni a partita, so come vanno vissute gare del genere”.
Turati poi ci tiene a sottolineare l’importanza di un altro gruppo fondamentale per la sua annata: “Sto riuscendo a fare questa stagione soprattutto perché alle mie spalle ho i miei colleghi Loria e Marcianò. Leo è stato la chiave del mio campionato, se avessi trovato un ragazzo diverso sono convinto che non sarei riuscito a esprimermi in questo modo. Devo tanto sia a lui che a Beppe”. E il rapporto con Grosso e il suo vice Morrone? “Il mister è fantastico, con lui mi trovo benissimo. Mi sta aiutando tanto nella gestione della partita e a livello mentale. Però mi fa rosicare tantissimo quando facciamo la sfida ai rigori: a volte parto prima per provare ad anticiparlo e lui mi fa il cucchiaio. Morrone lo adoro, sono venuto qui grazie a lui: mi aveva allenato in Primavera, non vedevo l’ora di arrivare a Frosinone quando ho saputo che erano interessati a me”.
Il futuro è ancora un’incognita. La proprietà del cartellino è del Sassuolo, che lo ha ceduto in prestito secco ai giallazzurri: “Al momento non ci penso, vorrei vincere questo campionato e poi con il mio procuratore decideremo il da farsi”. Nell’immediato c’è una stagione da chiudere e un Europeo a cui Turati spera di prendere parte: “Il gruppo dell’Under 21 è incredibile, secondo me ce la possiamo giocare alla grande. Spero in una convocazione di Nicolato”.
Intanto, però, c’è un rito da portare avanti in questo finale di stagione: al termine di ogni gara Turati prende il megafono e inizia a lanciare i cori sotto la Curva Nord. “Questa è una cosa nata per caso: stavamo cantando sotto la curva dopo una vittoria e il capo ultras ha passato il megafono a Lucioni. Il capitano me lo ha subito consegnato perché sa che sono in fissa con il mondo delle curve. Da lì in poi è stato quasi un rituale, mi diverte tantissimo”. E la chiave è proprio questa: divertirsi. In una squadra che è vicina a un sogno che presto potrebbe diventare realtà.
Le parole di Gian Piero Gasperini a pochi minuti dalla sfida contro la Cremonese A…
Le scelte ufficiali di Nicola e Gasperini In attesa del big match di San Siro,…
Dichiarazioni durissime di Florentino Perez durante l'assemblea generale del Real Madrid. Nel mirino, in particolare,…
La storia di Edoardo Corvi: il classe 2001 all'esordio in Serie A scelto da Cuesta…
La probabile formazione schierata da Chivu in vista del derby della Madonnina tra Inter e…
Luka Modric (IMAGO) Le possibili scelte di formazione di Allegri per il Derby della Madonnina…