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Scoperto da Conti, chiamatelo Bobo. Tumminello is on fire, nella Roma è il nuovo che avanza

I compagni lo chiamano “Bobo”. Facile intuirne i motivi, un gioco da ragazzi. Quest’ultimi bravi, belli e vincenti. Campioni d’Italia Primavera e pure in Supercoppa, coi ricordi di un bel poker rifilato all’Inter. Bum, bum, bum. E due reti di “Bobo” Tumminello nella finalissima dell’Olimpico. Chiamatelo così, come l’idolo Vieri: “Uno dei giocatori che ammiro di più al mondo”. Anche se esulta come… Montella. “Aeroplanino”. Ma Marco ha un suo profilo, un’identità ben precisa e infine sì, il vizio del bomber. Altro giro, altra vittoria ieri, nella semifinale d’andata della Coppa Italia (sempre contro l’Inter, 1-0). Con “Tummi” nuovamente , requisito essenziale per il parallelismo con “Bobone”. Già 11 gol in 9 gare stagionali. E’ il nuovo che avanza. Sugli spalti, però, pochi dubbi: “Non è certo una sorpresa!”.

Normalità, nulla più. Tumminello “is on fire” come va di moda dire ora, inarrestabile. Imprendibile. Una serie di belle giocate che inorgogliscono la Roma, pronta a tenerselo stretto (il Sassuolo si era fatto avanti, ma “Bobo” non si tocca): “E’ tornato alla grandissima”. Subito protagonista dopo la squalifica di giugno, quando prese sei giornate per “atteggiamento irriguardoso nei confronti dell”arbitro”. Lungo stop. Guarda caso, arrivato proprio contro l’Inter. E di rivincite ne ha prese varie. Episodio ormai alle spalle: “Acqua passata, ora è tutto ok”. Marco ha ha capito l’errore. “Merito suo”. Ragazzo serio, generoso, disponibile. Uno che ha ottenuto tutto grazie ai suoi sforzi e alla sua tenacia. “Lavoratore”.

Ora felicissimo, il suo rendimento è sotto gli occhi di tutti. Tumminello is back, dalla Youth League al Campionato. Resta uno dei giocatori più forti in Italia per la sua età, nelle gare importanti ha sempre fatto la differenza. Classe ’98 come non ce ne sono, stella della Primavera già dall’anno scorso: 12 reti tra campionato e coppe. Niente male. Scoperto da Bruno Conti, adocchiato da Massara (oggi ds della Roma, prima collaboratore di Walter Sabatini), Tumminello arriva alla Roma a 13 anni. Erice, Palermo, poi la Capitale. Poteva andare al Milan ma i giallorossi lo blindarono. Destino. Oggi tradotto in un periodo d’oro a suon di gol. Umiltà prima di tutto, però: “Ha grandi potenzialità, ma restiamo coi piedi per terra. Basso profilo, poi si vedrà”. L’anno scorso l’esordio in Serie A grazie a Garcia, un paio di minuti contro il Chievo. Oggi è sotto gli occhi di Spalletti e studia da Dzeko, sperando di raccoglierne l’eredità: “Marco si allena spesso con la prima squadra, l’allenatore conosce benissimo le sue potenzialità, sa cosa può dare”. Intanto una Supercoppa. Trofeo in bacheca grazie a una doppietta delle sue. Chiamatelo… Tumminello.

Francesco Pietrella

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