Juventus, Tudor: “Non giochiamo per partecipare. Qui per me è casa”

La conferenza stampa di Igor Tudor prima dell’esordio al Mondiale per Club della Juventus contro l’Al-Ain.
Alla vigilia dell’esordio nella FIFA Club World Cup, la Juventus ha fatto tappa in sala stampa a Washington, dove il 18 giugno affronterà l’Al-Ain nella prima gara del suo cammino nel torneo. Fischio d’inizio alle ore 21:00 locali (03:00 in Italia del 19 giugno), con la squadra di Igor Tudor pronta a rappresentare l’Italia nella competizione inaugurale del nuovo format FIFA.
L’allenatore bianconero, subentrato in corsa nella scorsa stagione e già confermato alla guida del gruppo per il prossimo ciclo, ha trasmesso determinazione e fiducia in vista dell’appuntamento. L’ambizione è chiara: la Juve non parte per fare presenza, ma per puntare al trofeo. Un obiettivo da inseguire con rispetto verso ogni avversario, ma anche con consapevolezza delle proprie possibilità.
Il gruppo ha svolto in questi giorni un intenso lavoro di adattamento, tra clima estivo e fuso orario, per arrivare pronto al debutto. Tudor ha sottolineato l’importanza dell’atteggiamento e della preparazione mentale, elementi chiave per affrontare un torneo con le migliori squadre del mondo.
La Juventus arriva a questo appuntamento con qualche incognita legata alle condizioni fisiche di alcuni elementi, ma con la volontà di affrontare ogni difficoltà come squadra.
Le parole di Tudor prima di Juventus-Al-Ain
Tudor ha esordito: “Finalmente si parte, c’è grande entusiasmo. Abbiamo preparato questo torneo con attenzione e adesso vogliamo mettere tutto in campo. Sappiamo di affrontare squadre forti, molte di queste non sono note al grande pubblico ma vanno rispettate. Non siamo venuti qui per partecipare, ma per provare a vincere. La strada è lunga, ma la mentalità dev’essere quella giusta: una partita alla volta, senza guardare troppo avanti”.
L’allenatore ha voluto anche rassicurare sullo stato fisico del gruppo, nonostante qualche giocatore non sia ancora al 100%: “Koopmeiners e Gatti si sono allenati bene, sono in ripresa e li avremo con noi, anche se non ancora titolari. Locatelli è in fase di recupero, ma sente ancora un po’ di fastidio. Rugani è una risorsa importante, si allena sempre con serietà e conosce bene questo club. Bremer? Sta migliorando, ieri ha fatto un buon allenamento ma qui sarà difficile rivederlo in campo. Ci teniamo a non forzare i tempi, ma è bello rivederlo nel gruppo”.
Infine, un passaggio personale sul significato di questa avventura: “Essere alla Juve per me è come stare a casa. Dopo il rinnovo ho provato felicità, ma è durata un attimo: poi ho pensato subito alla prossima partita. Questo è il mio modo di vivere il calcio. Chiedo ai miei giocatori di non accontentarsi mai, né in gara né in allenamento. Solo così possiamo ambire a certi traguardi. Testa bassa e lavorare, sempre”.
“Non abbiamo obiettivi minimi”
Tudor ha anche parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Non è un nuovo inizio, la squadra è la stessa dell’anno scorso a parte Rugani e Kostic che sono rientrati dai prestiti. Lavorare da precario? Non ho mai avuto la percezione che ci fosse un clima di incertezza. Sapevo che avremmo centrato l’obiettivo Champions League e ci siamo riusciti. Il presidente Elkann ci ha motivato, è venuto a trovarci alla Continassa”
Andrea Cambiaso, durante un’intervista di qualche settimana fa, ha rivelato che la squadra spingeva per la conferma dell’allenatore: “Fa bene Andrea a dire così, sennò lo faccio fuori (ride, ndr). È bello quando i giocatori si fidano. Non sono uno che mette la polvere sotto il tappeto. Vedo un calcio dove si gioca sempre di più, la gestione dipende sempre dall’allenatore. Quando si sente la musica della Champions League puoi essere stanco quanto vuoi, ma giocherai sempre”.
Infine, ha concluso: “Avremo un sistema di gioco che andrà interpretato di volta in volta. Il pressing mi piace, non si deve rinunciare a niente. Mercato? Con tre acquisti la rosa è competitiva, in più ritroviamo Bremer”.