“Esordio in serie A? Ricordo tanti schiaffoni…”. Chissà come Nicolò Barella battezzerà la prima in azzurro, per adesso si accontenta del gol partita a Bergamo. Tre punti per il suo Cagliari che batte l’Atalanta e si lascia alle spalle un avvio stentato, un punto per lui che si presenta alla convocazione azzurra con un ruolo diverso. Già, un anno dopo ci risiamo, ma è cambiata la trama: “su picciocchedu” non più sparring partner, ma protagonista. Del suo Cagliari, dove Barella è ormai un pilastro: settantuno le presenze in A con sette reti, ad appena ventuno anni. E del mercato, dove Nicolò è rimasto “sogno proibito” per molte big. Venticinque, trenta, quaranta milioni… No, la cifra giusta è cinquanta milioni, quella che serve per strappare il numero 18 ai sardi che hanno rifiutato qualsiasi offerta per tenerlo in casa.
“Tu corri” la sua canzone preferita, e Nicolò di strada ne ha fatta tanta. Talento cresciuto in casa, orgoglio tutto sardo: Gianfranco Matteoli lo portò in rossoblù, Gianfranco Zola lo fece esordire in Coppa Italia, Gianluca Festa in campionato: era la stagione 2014-2015. Per primo lo cercò il Barcellona, che nel 2015 si innamoro di quel “ragazzetto” tutto dribbling e tackle sradica palloni. Sì, perché oltre alla tecnica c’è il gioco di squadra e Nicolò ha imparato con il tempo a giocare per i compagni. Tanta generosità, tanti palloni recuperati, corse a perdifiato e pazienza per qualche giallo di troppo: non sarebbe “Barellino”. Nel 2015-2016 il prestito a Como “a farmi le ossa”, poi di nuovo Cagliari. In tre stagioni di serie A la maturazione è quasi arrivata a termine, quel “gioiellino” ha fatto girare la testa a mezza Italia: Roma, Inter, Milan, Juventus…
“Se mi danno cinquanta milioni potrei anche discuterne…”: frasi di circostanza. L’affetto travolgente del popolo rossoblù e quella del suo presidente hanno trattenuto Barella nell’isola, ormai idolo indiscusso della Sardegna Arena. Il “bambino” è cresciuto e adesso è un leader, in attesa della fascia da capitano. E della nuova chiamata della Nazionale, che puntualmente è arrivata, sperando che l’esordio azzurro sia festeggiato in modo meno “violento”…
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