Trenta punti in classifica in ventidue giornate. Nono posto in classifica, zona playoff. Una vittoria, sabato pomeriggio a Renate, 1-3. Bracaletti, Libutti, Mensah. Libutti, la sua più bella scoperta. Lo scambio di sguardi dopo il gol. Paterno quello di Sannino, ammaliato quello di Libutti, al primo gol tra i pro. Poi, all’improvviso, due giorni dopo il de profundis. Le dimissioni di Giuseppe Sannino. Stamani l’epilogo, totale: sentenziato da un comunicato che ragguaglia una situazione già deterioratasi da qualche settimana. E pensare che era tutto cominciato sotto ‘la famosa buona stella’. Doveva essere l’anno del (grande) rientro tra i pro, l’anno del centenario, del connubio che si sarebbe rinsaldato dopo Varese: Mauro Milanese Amministratore Delegato e Giuseppe Sannino allenatore. Il 14 febbraio è finita davvero. Dopo una settimana davvero tesa, Sannino in bilico. E quella vittoria di Meda che sembrava aver ripristinato il discorso quo ante. Nulla di tutto questo. La panchina aveva smesso di traballare. Ma Sannino, all’improvviso, ha deciso di alzarsi definitivamente e non sedersi più. Rinunciando a un anno e mezzo di contratto. Dimissioni consensuali. Non è bastata la duplice ottima sessione di Milanese (a gennaio gli arrivi tra gli altri di Lambrughi e Coletti, giocatori di spessore per la categoria) né tanto meno il lavoro pedissequo di Sannino. Forse era inevitabile, un punto di rottura non più procrastinabile. Ma ora è finita davvero, Sannino saluta Trieste…
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