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Tre operazioni e un calvario lungo più di due anni: Strootman, finalmente di nuovo titolare

“Finalmente! Io sono pronto”. Più o meno questa deve esser stata la reazione di Kevin Strootman alle parole di Luciano Spalletti in conferenza stampa. Quattro parole, chiare e decise, che immaginiamo abbiamo fatto tornare il sorriso sul volto dell’olandese: “Domani Kevin gioca titolare”. Uno strappo alla regola, un’investitura direttamente davanti ai microfoni, che Spalletti ha voluto fare per premiare gli sforzi del suo centrocampista olandese, perseguitato da oltre due anni da un infortunio al ginocchio sinistro che tutti sperano sia finalmente un lontano ricordo. Per lui, in questa stagione, solo 12 minuti in campo, tutti condensati tra Roma-Palermo e i pochi secondi di Udinese-Roma: domani, contro il Genoa, arriverà finalmente la maglia da titolare. 462 giorni dopo l’ultima volta.

Va ricondotta infatti ad un Fiorentina-Roma del gennaio del 2015 l’ultima volta in cui la “lavatrice” giallorossa giocò titolare. Una partita che durò 34’: prima un normale scontro di gioco con Pasqual, poi i primi dolori e il cambio chiesto a Garcia. Giorni dopo, la diagnosi non lasciò dubbi: serviva una seconda operazione al ginocchio, a distanza di nove mesi dalla prima. Un’altra volta sotto i ferri, ancora in Olanda: ed oggi potremmo dire che mai scelta fu più sbagliata. Strootman recuperò anche dalla seconda operazione, tornando già dalla scorsa estate a disposizione di Garcia. Ma le immagini della presentazione della Roma ai tifosi, con Strootman in difficoltà anche nello scendere le scalette degli spogliatoi, fecero il giro del mondo. Era chiaro a tutti in quel Roma-Siviglia che c’era qualcosa che non andasse: insicuro anche a fare dei semplici gradini, non poteva che essere pronto per scendere in campo.

E il 1 settembre dello scorso anno, l’ennesima doccia fredda: Strootman avrebbe dovuto operarsi per la terza volta. Questa volta però, non in Olanda, decidendo di affidarsi alle sapienti mani del Prof. Mariani: lo stesso che rimise in piedi due volte Francesco Totti. L’ennesima operazione che avrebbe affossato psicologicamente qualsiasi uomo, ma non Strootman: dalla scorsa estate sono passati altri mesi di convalescenza, mesi in cui l’olandese si è allenato da solo, ha forzato i tempi e ha fatto di tutto per tornare ad essere un calciatore. E Spalletti lo ha sapientemente gestito: a fine febbraio la passerella con il Palermo, a marzo i pochi secondi con l’Udinese e poi nulla più. Terzo posto come obiettivo e nessun tempo per gli esperimenti: ora, però, è arrivato ancora il suo momento.

Il terzo posto è acquisito, e la rincorsa al secondo è più un bellissimo sogno che una reale possibilità. Per questo Strootman giocherà: per ritrovare quelle sensazioni, quelle misure e quei ritmi che solo una partita reale può darti. Tutto in funzione della prossima stagione, quella della rinascita. Sua e della Roma. Perché potrà essere un caso, ma da quel marzo del 2014, i giallorossi non si sono avvicinati più alla Juventus: due anni e mezzo che hanno fatto scappare via i bianconeri, due anni e mezzo in cui Strootman non ha giocato. Ora però Kevin è pronto per riprendersi quella maglia numero 6, e per guidare già dal prossimo anno la sua Roma alla rincorsa degli uomini di Allegri.

Marco Juric

Redazione

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