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Trapani, il giorno dopo. Tatuaggi, tifosi al bar e comunicati: tutti con Cosmi

Testa bassa, rabbia e dispiacere. Sono questi i due sentimenti portanti della mattinata trapanese. Dopo l’incendio della scorsa notte che ha distrutto l’auto di Serse Cosmi, in città non si parla d’altro. L’umore che si ha quando succede qualcosa ad uno di famiglia. Questo è. Perché così è. Serse Cosmi ama Trapani e Trapani ricambia. Senza mezzi termini. Una storia d’amore a tutti gli effetti: romantica, fatta di dichiarazioni, rose rosse e screzi che rinsaldano la storia. Sì, perché così è andata: “Non voglio nessuno sul carro del vincitore quando le cose andranno bene”, tuonava Cosmi nella conferenza stampa post-Cittadella dopo i fischi della Nord. Tramonti indimenticabili e abbracci senza fine dopo la favola della scorsa stagione.

Agita il giornale, si ribella il signor Franco al bar: “Perché ci trattano così? Cosa vogliono far pensare dei tifosi trapanesi?”. I giornali stamattina hanno trovato già il colpevole del rogo, superando in tempistica anche le autorità competenti che non hanno ancora ufficializzato la causa dell’incendio. “E’ facile giudicare quando si parla di Ultras”, questo il titolo dell’ennesimo comunicato della Curva Nord che continua a prendere le distanze, sia dall’accaduto che dai fatti riportati sui giornali, e a ribadire la propria vicinanza ed il proprio calore nei confronti dell’allenatore. “Nessuno di noi sarebbe in grado di fare una cosa del genere, i tifosi della Curva sono ben altro”, continua un ragazzo al bancone col tatuaggio “Trapani Calcio 1905” sul braccio. Una passione che non può tradursi in un gesto vigliacco. La stessa Curva osannata dagli addetti ai lavori di tutta Italia, che ha ricevuto premi per la correttezza, uno stadio senza barriere che non conta incidenti. La signora Giovanna, con questa splendida giornata di sole, fa prendere aria ai tappeti: “Ho detto a mio figlio di dire a Serse di tornare”. Uno di famiglia appunto.

Cosmi, nell’incertezza delle cause che hanno provocato l’incendio, è tornato dalla moglie e dai figli, ma domenica probabilmente sarà in panchina nella partita contro il Latina. A condurre i suoi ragazzi, che non perdono occasione per mandargli messaggi d’amore. Così come tutti i trapanesi che sperano che ben presto sia fatta luce sulla vicenda, che sperano di veder tornare “l’uomo del mare”, di vederlo ancora al Provinciale a condurre la squadra, i tifosi e la città verso un altro sogno. Non più a testa bassa, con rabbia e dispiacere. Ma a testa alta e con la speranza che questo incubo torni ad essere un sogno.

Stefania Renda

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