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Totti: “Speravo che Ranieri rimanesse alla Roma”

Francesco Totti, ex capitano della Roma screen interna
Francesco Totti, ex capitano della Roma

La leggenda della Roma, Francesco Totti, è stato ospite di “Che tempo che fa”, programma condotto da Fabio Fazio sul Nove

Protagonista in campo, e ora in tv. Ospite di “Che tempo che fa” – programma condotto da Fabio Fazio sul Nove – ha toccato diversi argomenti.

Dalla Roma, al suo futuro fino alle esperienze con la maglia della Nazionale: ecco tutti i temi trattati dall’ex Roma.

Io speravo che Ranieri rimanesse. Avrà le sue ragioni per andare via. Ha fatto cosa doveva fare: riportare la Roma in alto“, ha esordito parlando dell’allenatore della Roma.

Continua parlando del suo futuro: “Io allenatore? Non potrei mai. Sono troppo rosicone (ride, ndr). Al momento non ho nessuna tentazione però è una cosa che ti scatta all’improvviso. Non è facile fare l’allenatore“.

Francesco Totti, ex capitano della Roma (Imago) interna
Francesco Totti, ex capitano della Roma (Imago)

Le parole di Totti a Che Tempo che fa

Totti prosegue parlando del rapporto con gli altri allenatori: “In 25 anni di carriera ne ho visto tanti di allenatori, c’è con chi mi trovo meglio e con chi peggio. Con Spalletti gli ultimi anni sono stati burrascosi. Poi ci siamo riincontrati e abbiamo fatto pace“.

Poi si sofferma sulla sua esperienza in Nazionale: “Ho vinto il Mondiale e poi ho smesso. Avevo deciso già prima del Mondiale però di smettere. La notte prima della finale non abbiamo dormito. Ho giocato a carte con Gattuso. Era impossibile dormire, c’era troppa tensione. Il cucchiaio? È istintivo. Io dico sempre: ‘Il genio non pensa, lo fa‘. Se pensi a cosa devi fare non fai più niente“.

Infine, un simpatico retroscena: “Io alla Lazio? Da piccolo ero alla Lodigiani, che era la terza squadra della città, e un giorno il presidente chiamò i miei genitori dicendo loro che c’erano due opzioni per me, vale a dire Roma e Lazio. Mia madre, che simpatizzava per i biancocelesti, non ci pensò un attimo e scelse la Roma, per accontentare anche mio padre e mio fratello”.