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L’amicizia con Tonali, il gesto di Ranieri e la sorpresa Carrarese. Torregrossa: “Vi racconto il mio mondo”

Ernesto Torregrossa, attaccante della Carrarese – credit: Carrarese Calcio 1908

L’adattamento ai piedi delle Alpi Apuane, l’amicizia con l’ex Milan e il ricordo più bello di uno dei migliori allenatori.

Quando i chilometri percorsi iniziano a diventare diversi, di tanto in tanto sarebbe bello sedersi in cima a un monte e osservare la strada fatta. E’ il caso di Ernesto Torregrossa, ma probabilmente più di ‘monte’ il termine giusto sarebbe ‘alpi’ (Apuane). Sì perché il classe ’92 è da poco più di un mese un giocatore della Carrarese. Il presente, il futuro e… naturalmente il passato a farsi guidare nella chiacchierata ai nostri microfoni, toccando tanti tasti di una carriera davvero particolare.

Come detto, iniziamo dal presente. Si chiama Carrarese e in poco più di un mese c’è già un episodio che ha lasciato il segno nel suo cuore: “Mi ha fatto impressione in positivo la trasferta di Cosenza: era arrivata la quinta sconfitta consecutiva e comunque i tifosi ci hanno fatto i cori in aeroporto, mi aspettavo una contestazione e invece ci hanno sostenuto. Hanno avuto l’intelligenza di capire che ce la mettiamo tutta e non è da tutti”.

L’adattamento è stato fantastico, e non è il primo a raccontarcelo: “Ho trovato un gruppo di ragazzi eccezionali. Siamo sempre insieme prima e dopo allenamento. Ci sono tanti giovani, a volte mi devo adattare alla loro prospettiva (ride ndr). C’è sempre un motivo per tutto, anche dietro alla scelta del numero di maglia: “Ho scelto il 92 perché sono di quell’anno e perché in carriera ho vestito anche l’11 che è la somma di 9+2”.

Una piccola macchia nella sua carriera, è lui stesso a dirlo, è il non aver mai segnato una tripletta. Proprio contro la Carrarese, però, ci andò molto vicino: “Sì, in un Lumezzane-Carrarese segnai una doppietta. Sbagliai anche un rigore e poi segnai di tacco. Non ho mai fatto tripletta, è vero. Quella partita avrei potuto farla ma già era scritto nel destino che sarei venuto e quindi appositamente non l’ho fatta (ride ndr)”.

Il tempo passato insieme a Brescia: l’amico di una vita

Da Carrara a Brescia, spostiamoci. Arrivando allo Stadio Mario Rigamonti. Ecco, proprio qui, Ernesto scriverà una pagina importante del club. Accompagnato, però, da un ragazzino. Di chi parliamo? Una folta chioma di capelli accompagnato da un paragone forte, quello con Andrea Pirlo. Ovviamente, il riferimento è a Sandro Tonali. “La prima volta che l’ho visto aveva 16 o 17 anni. Era nella Juniores, lo incontrai durante un test in famiglia con la prima squadra”. Impatto devastante. “Dopo pochi secondi, io e i miei compagni ci siamo questi, ‘ma lui chi è?’”. Torregrossa ce lo racconta con il sorriso. Consapevole, probabilmente, di aver trovato davanti a sé un campione. “Si vedeva che avrebbe fatto strada. Aveva qualcosa in più degli altri”. E l’amicizia non è nata casualmente. “Lo sento spesso, è sempre stato un ragazzo molto umile. Veniva al campo senza mai dire una parola fuori posto”.

Ma la realtà può riservare sorprese. Non sempre positive: il 27 ottobre del 2023, Tonali viene squalificato per scommesse. “Ha avuto i suoi problemi. L’importante è affrontarli, e lui ci è riuscito. Torregrossa è orgoglioso quando ne parla. “Ha pagato il suo sbaglio, ci sono state delle conseguenze. Ma è stato bravo a reagire. Sono orgoglioso di ciò che è diventato”. E a breve si sposerà. “Sono molto contento per lui, si è ripreso la sua vita e la carriera da calciatore. In campo, sta portando in alto il nome dell’Italia all’esterno. È la dimostrazione che l’italiano, in altri campionati, può starci e dominare”.

Ernesto Torregrossa, attaccante della Carrarese – credit: Carrarese Calcio 1908

Il gesto di Claudio Ranieri

Torregrossa segna (anche tanto) nella sua Brescia. Ma gli insegnamenti più preziosi li acquisisce a Genova, sponda Sampdoria. Già perché, in panchina c’è Claudio Ranieri. “Non serve che io dica che persona è – afferma Ernesto, con sincerità – C’è un motivo se tutti ne parlano bene, no? Per me è una persona che ‘sa sempre quello che stai pensando’. Ha questa capacità, riesce a capire subito se stai soffrendo o hai un problema”.

E il ricordo si sposta alla stagione 2020/21, quando Ernesto esordisce sotto la guida di Ranieri. “Stavamo perdendo contro l’Udinese. Ero arrivato da qualche giorno e davanti a me c’erano giocatori forti come Quagliarella, Gabbiadini o Adrien Silva. Nonostante fossi agitato, il mister mi guardò e disse ‘Ernesto, fai quello che sai fare’. E basta. Lì ho capito che persona fosse. E ho anche segnato” aggiunge sorridendo. Dovessi mai diventare allenatore mi piacerebbe avere la sua sensibilità”.

A cura di Alessandro Neve e Davide Balestra