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Torino, Mihajlovic: “Voglio un Toro alla James Bond e Belotti non deve montarsi la testa. Ho pensato a Totti, se avesse voglia ha il mio numero…”

“Se la ricorda la scena in Goldfinger di Sean Connery che esce dal mare e sotto la muta da sub portava lo smoking? Ecco, io vorrei un Toro così, alla James Bond. Pratico e aggressivo, ma anche bello ed elegante. Di lotta e di governo. Di spada e di fioretto. Proletario e aristocratico”. Parola di Sinisa Mihajlovic, allenatore del Torino in vacanza in Sardegna a pochi giorni dal ritiro granata che sancirà l’inizio della seconda stagione dell’allenatore serbo. Oggi, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Mihajlovic si racconta e parla a 360 gradi: Non vedo l’ora. Mi sono riposato abbastanza. Con il mio staff stiamo preparando il ritiro, nuove metodologie di allenamento, lavori personalizzati, novità su calci da fermo e altro. Mi sono confrontato anche con alcuni tecnici stranieri. Sono più carico dello scorso anno, perché adesso inizia la fase 2″. Cerco conferme e progressi. La stagione scorsa è servita per formare il gruppo,trasmettere mentalità, cultura del lavoro, principi di gioco e principi morali che rappresentano il Dna del Toro. Ora dobbiamo lavorare sui particolari, sulle cose positive da accrescere e su quelle negative da correggere. Abbiamo cucito il vestito, ma per essere eleganti adesso servono gli accessori: la cravatta, la pochette, l’orologio, i gemelli, un buon profumo…”.

Si parla poi del rapporto con i tifosi: “Ho un bel rapporto con i tifosi. Schietto e vero. Cercavo un ambiente caldo e passionale e un club che mi somigliasse. Ma quest’anno vedrete anche un altro Mihajlovic. Molti amano dipingermi come un sergente di ferro. Facciano pure, non ho bisogno di mettermi un paio di occhialini da intellettuale per cambiare il mio profilo. Chi mi conosce sa che non ho mai pensato che si possa vincere solo con cuore e grinta. Le mie squadre scendono in campo per creare, mai per distruggere: sono preparate tatticamente, pressano alto, hanno tempi di gioco, schemi, segnano e spesso divertono. Lo dicono i numeri. Amo i piedi buoni e il gioco a uno-due tocchi,rapido, arioso e spettacolare. E pur di vincere spesso schiero squadre ultra offensive”

E i nuovi arrivati?. Sirigu ha esperienza, qualità e voglia di rivalsa nell’anno del Mondiale. Lyanko e Bonifazi sono due giovani centrali di grande prospettiva. La società sa tutto. E io mi fido del lavoro del presidente Cairo e di Petrachi. In ogni caso non è un segreto che cerchiamo un altro centrale per aiutare nella crescita i nostri giovani. Un paio di innesti in mezzo al campo, un paio di esterni alti, un vice Belotti. Spero che resti, lo spero e così vuole anche Cairo, che a venderlo non pensa. Poi c’è una clausola rescissoria da 100 milioni. Se qualcuno la versa arriva un fiume di denaro, ma poi bisogna cambiare modo di giocare perché se pensi solo a sostituire Belotti, peggiori: è difficile trovare un altro che trascini i compagni e faccia 26 reti. Quello che gli dico sempre, e ha detto anche Vieri alla Gazzetta: non montarsi la testa,sacrificarsi, migliorare ancora, non perdere quella fame e quella generosità che fanno di Andrea un giocatore di altri tempi… Un Vieri, appunto”.

Mihajovic che ammette gli interessamenti di altre squadre: “Il mercato mi ha solo sfiorato. Perché sono sotto contratto col Toro e sto benissimo qui. Ho un rapporto forte col presidente Cairo. Però mi ha fatto piacere l’interessamento di un grande club italiano, la proposta di un club inglese e un’offerta milionaria dalla Cina. L’estero mi intriga, prima o poi…”. Il club italiano era l’Inter? (sorride) L’Inter mi ha sondato spesso, mi confondo se è capitato quando ero a Firenze, il secondo anno alla Samp, dopo il Milan o due mesi fa... Inter che ha ricostruito la coppia Sabatini-Spalletti tenendo un grande d.s. come Ausilio. Arriveranno presto colpi importanti, su una base che è già forte. Con tre-quattro innesti, lotta per il titolo”. La Roma senza Totti? Fa effetto. È stato il più forte calciatore italiano degli ultimi 30-40 anni, forse di sempre. Secondo me poteva giocare ancora un anno, ma non avrebbe cambiato la sua straordinaria carriera. La dimostrazione d’amore che ha ricevuto lui dai tifosi il giorno dell’addio non l’ha avuta mai nessun altro calciatore al mondo. Questo lo ripaga di tutti i trofei che avrebbe vinto altrove. Dissi a Boskov di portarlo in panchina e poi di farlo entrare a Brescia. E le confesso che mi sarebbe piaciuto anche essere il suo ultimo allenatore. Sì, ho pensato a Totti per il Torino. Dall’inizio, a metà partita, o nell’ultima parte di gara, io la carta Totti nel mazzo vorrei sempre averla. Non credo pensi di indossare una maglia diversa da quella della Roma, ma se ne avesse voglia… France’, il mio numero ce l’hai”.

Un commento poi su Donnarumma: Non conosco i termini della trattativa. Dico solo che Gigio è fortissimo ma è solo un ragazzo e deve ancora migliorare per essere un campione. Farlo nel club dove è cresciuto e gli vogliono bene, lo aiuterebbe. Ma questa trattativa sta durando troppo. A 18 anni si è ritrovato mezza Italia contro e questo può minare la sua serenità. All’Europeo non è stato il solito Gigio. Ma c’è un però. Raiola non è certo Madre Teresa di Calcutta, ma il suo mestiere lo conosce bene. Dipende dalle proposte sul tavolo. Se Real Madrid, Barcellona o un altro top club mondiale gli offrisse il doppio o il triplo rispetto al Milan, perché Gigio dovrebbe dire no?”.

Chiusura con il Filadelfia, il Torino è tornato a casa. “È stato un onore essere l’allenatore del Toro il giorno dell’inaugurazione. Il Filadelfia (dove il Toro si allenerà, ndr) può regalarci 6-8 punti. Non c’è più bisogno che io parli ancora ai ragazzi di cuore e di storia: saranno i muri del Filadelfia a farlo al posto mio”.

Redazione

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