E’ un Torino in linea verde. Azzardiamo: verde, bianco, rosso. Tricolore, sì. All’italiana. Tanti giovani, tanti giocatori made in Italy. Soprattutto bravi e dal grande futuro. Ventura, infatti, monitora attento, specie ora che è il nuovo CT della Nazionale. Si informa: “Abbiamo parlato dei giocatori del Torino” ha ribadito Mihajlovic in conferenza stampa: “Di quelli che possono interessare alla Nazionale”. Ce ne stanno vari, Belotti in primis. Che inizio per il Gallo, 4 gol in due partite (con due rigori sbagliati…) e tanto spettacolo. Alzi la mano chi l’ha comprato al fantacalcio. Peccato per l’infortunio, ma ci sarà tempo per timbrare ancora il cartellino. Talento in rampa di lancio.
Altri? Baselli&Benassi. Una doppia “B” che sa di garanzia. Centrocampisti di livello che lo scorso campionato hanno fatto faville. Ora aspettano la grande chance con la Nazionale. Senza contare Barreca e Aramu – entrambi del ’95 – trattenuti da Miha nonostante le richieste: “Il mister crede in loro”. Infine, spazio anche per lui: Davide Zappacosta. Fin qui mai utilizzato, è vero, ma nonostante tutto resta un giocatore di prospettiva. Per il futuro. Parola del presidente Cairo: “L’obiettivo del Torino è quello di avere giovani da far crescere”. Tra cui “Zap”.
Corrisponde al profilo: classe ’92, scuola Atalanta. Esterno di fascia destra, utile sia in una difesa a 4 che nel 3-5-2. Lo chiamano Pendolino, come Cafù. Ma lui “si ispira a Pavel Nedved”. Tant’è che a Sora, nelle giovanili, veniva schierato trequartista. Risultato: “Ho segnato 30 gol in 20 partite! Poi all’Isola Liri tornai a giocare sull’esterno”. Metamorfosi vincente, anche se all’inizio che fatica: “Non sapevo fare le diagonali, non capivo niente…”. Investimento importante dei granata, che l’anno scorso, in estate, hanno sborsato circa 5 milioni di euro per averlo a disposizione. Contratto fino al 2019 e via, 25 presenze (e un gol) tra le fila del Toro al primo anno. Non male per il “piccolo Zambrotta”.
L’anno scorso sempre pronto, quindi. Ora, che è andato via Bruno Peres, deve essere il suo di anno. Merita spazio, ha dimostrato serietà e adattabilità. Sinisa lo sa. In estate Davide ha dichiarato “di voler ripagare la fiducia di Mihajlovic”. Non molla, denti stretti. C’è anche lui. Ventura lo osserva da lontano, chiede consiglio a Conte. Il quale, a luglio, ha portato Zappacosta come riserva all’Europeo. Segnali chiari. Importanti. Lui, intanto, tiene duro e si allena in silenzio. Con un occhio a papà Roberto, suo primo allenatore nei Giovanissimi, che per “non essere accusato di nepotismo” lo metteva in panchina a ogni partita. “Ora mi riempie di consigli. E se sbaglio, mi rimprovera”. Genitori premurosi, ma la panca gli è servita. Perché è lì che Zappacosta ha imparato a non mollare mai.
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