Sono passati 24
anni. Quasi un quarto di secolo. Il Torino era allenato da Gigi
Radice, di cui da pochissimi mesi ha pianto la scomparsa. Addirittura
un decennio prima, con quell’allenatore, vinceva lo Scudetto. Alla
fine della stagione 1984/1985, si “accontentava” di arrivare
secondo in Serie A dietro al Verona di Bagnoli, stabilendo però il
record assoluto della storia del Toro in un solo campionato: Silvano Martina nelle ultime
cinque giornate non aveva subito nemmeno un gol. Ora, Martina è
procuratore (tra gli altri, gestisce un numero uno come Gigi Buffon),
mentre quella stessa porta viene difesa da Salvatore Sirigu, che ha
eguagliato il suo record.
Con questi appena
conclusi, il numero uno del Torino sale a 467 minuti di
imbattibilità (il suo personale? Addirittura 900′ nel Psg), e permette di ricongiungere la squadra a una catena
vecchia di quasi 25 anni. Ma non è il Salvatore granata l’unico
simbolo di un reparto che Mazzarri ha sempre pensato di valorizzare.
C’è stato Moretti, il giocatore più anziano della partita che ha
giocato con la concentrazione che lo contraddistingue; c’è stato
Nkoulou, che ha annullato Zapata.
C’è stato anche
Izzo: tre gol in stagione, ha consolidato il suo record personale in
attacco. Lui, che con Mazzarri ha un rapporto davvero speciale, ha
alzato ancora una volta quella maglia per mostrare alle telecamere il
tatuaggio che rappresenta il volto del papà, mancato quando era
piccolo: il suo ricordo resta indelebile, la dedica fatta con il
cuore.
Il Torino di
Mazzarri che si rilancia per l’Europa (si sblocca anche Falque: sei
centri in sette gare contro gli orobici) parte, riparte e continua
sempre dalla difesa. Nel giorno in cui veniva ricordato Mondonico, la
squadra eguagliava quella di Radice: un altro grande ex allenatore
indimenticato e indimenticabile. Ah, tra l’altro: oggi ha esordito
Millico (“Un premio per lui e per come sta lavorando con noi”
dice Mazzarri), fresco di vittoria della Supercoppa Primavera che è
stata esibita prima della partita. Ora il Torino sogna di poter
competere per quella di Europa League del prossimo anno. Il cammino è
ancora lungo.
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