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Torino, Comi: “Siamo cresciuti tanto in 13 anni. Vittoria col Bilbao? Indelebile”

Tredici anni alla guida del Torino, oggi. Per Urbano Cairo la gara casalinga di oggi contro la Spal è un traguardo più che importante perché 13 anni alla presidenza del Toro sono tanti e importanti. Con lui fin dall’inizio c’è stato Antonio Comi, una vita da giocatore granata e un’altra da dirigente sempre nel suo Torino dove da 2011 è direttore generale. Protagonista dal 2005 sulle colonne della Gazzetta dello Sport ha raccontato i cambiamenti di questa società che ha vissuto in prima persona dal giorno del suo arrivo.

Questi anni sono stati una continua cavalcata. Com’è cambiato il Toro dal 2005 ad oggi? C’è stata una crescita esponenziale nelle varie componenti della società: dalla prima squadra al settore giovanile, dalle strutture al personale. Questa crescita ci ha anche permesso di raggiungere risultati importanti come il ritorno in Europa con la prima squadra e alcune vittorie nel settore giovanile. Abbiamo una situazione patrimoniale importantissima. Nella sua storia, il Toro, non ha mai avuto le strutture attuali: Olimpico Grande Torino, Filadelfia e a breve il centro Sportivo Robaldo per il settore giovanile.

Il ricordo più bello di questi anni? Assolutamente la vittoria in casa dell’Athletic Bilbao in Europa League, la prima volta per un’italiana. una data che non dimentico: 26 febbraio 2015. Come definirei il presidente Cairo? Due aggettivi geniale e costante. Di solito il termine genialità si sposa con sregolatezza. Lui, invece, è costante e concreto.

Il momento che mi ha emozionato maggiormente? La preparazione del Centenario, fu strepitosa. Tutti i giorni fino a notte fonda a parlare di tutto, per un mese di fila. Cairo ha un sogno? Ne ha tanti. Nel suo decalogo c’è scritto che per arrivare ai risultati bisogna sognarli“.

A Torino oltre al Torino c’è la Juventus. La società del presidente Agnelli ha fatto bene in questi anni, ma per Comi la rivalità c’è in campo ma nessuna invidia: Noi siamo il Toro, non invidiamo nessuno. In 112 anni di storia, raramente c’è stata una proprietà altrettanto forte e indipendente”.

L’intervista completa sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi

Redazione

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