In fondo, cosa vuoi che sia una consonante? A Bari Denis Tonucci sta diventando lentamente il padrone del pacchetto arretrato biancorosso. Come qualche anno fa toccò a un “certo” Bonucci. Nessuna bestemmia sportiva: in comune c’è la prestanza fisica, nel mezzo percorsi calcistici e mezzi tecnici differenti. L’apprezzamento della piazza, però, c’è anche se lui tende a sminuire: “Leader no, diciamo carismatico, mi fa piacere. I tifosi sono sempre l’arma in più che possiamo utilizzare vista la grande piazza che è Bari, Chiedono il massimo impegno e di onorare la maglia e noi lo facciamo: o almeno ci proviamo”. Fari spenti in avvio di stagione, per una scalata che l’ha portato a diventare quasi un inamovibile davanti a Micai: “All’inizio ero dietro Moras e Di Cesare, poi gli infortuni e gli eventi mi hanno portato ad essere titolare. Gli stimoli non mi sono mai mancati, non sono un campione e devo fare forza su altre qualità“. In Puglia ha le radici, con sua mamma di Bari Vecchia e le vacanze d’infanzia nel tacco d’Italia, e all’ombra di San Nicola ha trovato nuove certezze dopo la retrocessione di Brescia: “Per me è quasi normale partire come riserva, per poi guadagnarmi il posto sul campo” sorride. Con Capradossi compone una coppia di centrali quasi inedita: “L’intesa è ottima, dobbiamo lavorare sulla voglia di crescere. Con il mister abbiamo fatto un patto: noi dobbiamo blindare lo 0-0, poi lì davanti un gol vien fuori con tutta la qualità che abbiamo”.
Qualcuno lo ha anche paragonato a Johnny Depp (“E’ anche il mio attore preferito” ci ha scherzato su), ma in campo è come Sansone: capelli lunghi e fascia a tenerli (“Ma che fatica”), con spirito da guerriero. Con un insegnante d’eccezione come Colantuono: “Da quando è arrivato il modo di difendere è cambiato tanto. Vuole che corriamo in avanti perchè si fa meno fatica”. Le maniere forti? “Solo quando necessario” assicura. Come sabato scorso a Cesena, quando una sua trattenuta in area nel finale ha suscitato più di qualche polemica: “Ho rivisto il contatto-glissa- penso che in area il gioco fisico e le trattenute sono sempre tante. Quando ci sono le palle inattive in favore nostro, ci sono anche tanti interventi al limite. E’ stata una situazione in cui ci siamo tirati insieme e l’arbitro non ha fischiato. Poteva darlo come no. In area è una guerra in tutte le partite”. G come guerra, G come giungla. “La B è una giungla, bisogna fare attenzione con tutti”. A partire dalla Ternana, prossimo avversario sabato al San Nicola: “Se facciamo fruttare il pari di Cesena, sono cinque punti in due partite, non quattro”. Di fronte tanti ex compagni: da Defendi a Di Noia, passando per Monachello e Contini: “Tanti bravi ragazzi, Marino in primis: sarà un piacere rivederlo. L’ho vissuto un anno l’anno scorso e credo sia un grande uomo. Monachello? Nonostante gli infortuni, con noi ha fatto discretamente bene. E’ un calciatore importante, con qualità, massimo rispetto e massima attenzione. Ma c’è anche Avenatti: però tranquilli, perchè al loro attacco ci stiamo pensando già dalle 18 di sabato”. Nel giorno di San Valentino i baci e le carezze sono tutti per sua moglie e i due figli (“Per noi a casa è sempre festa”), mentre il podio allargato degli attaccanti da evitare è già stilato: “In categoria i migliori davanti sono Antenucci, Cacia e Pazzini. Sono i tre top. Il quarto top ce l’abbiamo noi: è Floro Flores. Si vede che ha giocato sempre in serie A”.
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